I soldi per i servizi erogati ai terremotati dopo il sisma del 6 aprile 2009 non sono arrivati e gli albergatori, esasperati da una situazione che ritengono sia divenuta insostenibile, sospendono “pulizia, cambio biancheria e ristorazione agli ospiti aquilani”.

Con una nota, la vicepresidente di Federalberghi L’Aquila, Mara Quaianni, ha ribadito stamani l’ultimatum lanciato dagli albergatori che hanno minacciato di sospendere, da domani, l’erogazione dei servizi: “Preso atto che, nonostante le rassicurazioni ricevute dal commissario Chiodi, a oggi non risultano ancora pervenuti i pagamenti delle nostre spettanze, ci vediamo costretti, nostro malgrado, a sospendere dalla giornata di domani, come concordato in assemblea, i servizi agli ospiti aquilani”. A Federalberghi L’Aquila risponde subito dopo il commissario straordinario per la ricostruzione e presidente della Regione, Gianni Chiodi, che garantisce: parte degli 80,5 milioni disponibili per il pagamento delle spese per l’emergenza-Abruzzo saranno utilizzate anche per il pagamento degli hotel che hanno ospitato e che ospitano gli sfollati.

La protesta degli albergatori. Nella nota diramata stamani, Federalberghi L’Aquila ha sottolineato il fatto di trovarsi di fronte alla difficile condizione di mettere in ulteriore difficoltà cittadini già pesantemente provati dal sisma, ma di non avere altra possibilità per far valere le proprie ragioni: “Siamo dispiaciuti del fatto che a subire le conseguenze di tale incresciosa situazione saranno i nostri concittadini già come noi fortemente colpiti dal terremoto, ma non abbiamo purtroppo altri mezzi per sostenere le nostre ragioni che sono evidenti”. “Ovviamente – si legge ancora – appena riceveremo quanto dovuto, riattiveremo i servizi che abbiamo assicurato, con grandi sacrifici e difficoltà finanziarie, sin dall’inizio del post-sisma”.

Gli sfollati sostengono gli albergatori. Al fianco degli albergatori, che protestano da tempo, si erano schierati alcuni giorni fa anche gli sfollati loro ospiti. “La ricostruzione della nostra amata città – aveva scritto un gruppo di sfollati in una lettera aperta – non passa solo attraverso la ristrutturazione delle case, ma anche attraverso l’economia locale. Oltre ad ospitarci, i gestori degli alberghi danno lavoro a numerose persone che trovano così un reddito”. “Anche i proprietari degli hotel della città dell’Aquila – si leggeva ancora – sono degli sfollati e che hanno le loro giuste esigenze”. Di qui l’appello alle istituzioni: “A nome dell’autentico impegno profuso dagli albergatori nei nostri confronti – scrivono gli sfollati – ci sentiamo in dovere di esprimere solidarietà e dare il nostro sincero appoggio alla loro protesta. Ci auguriamo  che chi di competenza onori gli impegni economici tanto propagandati a favore delle strutture ricettive”. 

E domani scade l’ultimatum lanciato dalla Federalberghi L’Aquila.