GIULIANOVA – Il 12 gennaio scorso si è chiuso a Giulianova il secondo Forum cittadino, convocato dal Sindaco, stavolta, su richiesta di due gruppi consiliari di opposizione come previsto dal regolamento comunale. L’evento, durato due giorni (sabato 11 e domenica 12), era stato convocato per consentire ai cittadini di discutere su tre illustrazioni: una riguardante un progetto già in itinere, essendo stato dato l’incarico per la progettazione definitiva da parte del Comune; un’altra su un’idea progettuale del gruppo politico Il Cittadino Governante; la terza di un architetto giuliese.

Non torno sul tema dell’opportunità di avviare un procedimento deliberativo su un progetto che si trova già nella fase della progettazione definitiva: mi sono già espresso in altre occasioni. Anche perché di questa vicenda sono altri gli elementi che mi preme evidenziare.
Il Forum si è aperto con una plenaria che ha riempito il Kursaal di Giulianova con molte persone rimaste in piedi; si sono formati sei tavoli da dieci partecipanti ai quali l’Assemblea ha deciso di permettere l’adesione ai soli cittadini diciamo così “normali”: né assessori, né consiglieri comunali, né gli espositori delle tre soluzioni in discussione. Non lo dico perché siano solo i numeri gli elementi della sua riuscita (per la nostra Costituzione la partecipazione democratica comincia da due), ma solo perché di tempo ne è passato da quando nel lontano 2012 iniziammo a Giulianova i primi esperimenti di partecipazione popolare fra perplessità, dubbi e scetticismi, nelle migliori delle ipotesi; attacchi, insulti e calunnie in quelle peggiori. Questi ultimi ci sono stati anche stavolta, ma sono cambiati i soggetti. Non li perdoniamo e aspettiamo le scuse, ma sappiamo che si taceranno da soli o cambieranno opinione se hanno un minimo di onestà interiore.
Fra i vari profili del procedimento deliberativo svoltosi questa volta a me preme, per essere breve, evidenziarne due, forse i più caratterizzanti. Parto da uno scenario: si sono formati sei tavoli da circa dieci persone ciascuno, essi hanno studiato attentamente i caratteri dei tre progetti/idee progettuali illustrati in plenaria di apertura, hanno ascoltato di nuovo a turno gli espositori, hanno svolto il loro lavoro di approfondimento in tutta autonomia e, nei rispettivi tavoli, hanno preso la parola tutti. Questo anche grazie all’opera di facilitatori preparati ed istruiti per svolgere questa funzione. Bene, non esito ad affermare che per Giulianova questa sia la prima esperienza di democrazia reale mai esistita. Si può migliorare, ma è così. Altrimenti qualcuno mi dica in quale altro comizio o assemblea di partito, nel presente e nel passato, sessanta persone (di quelle che abbiamo definito, forse banalizzando un po’ ma per capirci, “normali”) abbiano avuto la possibilità, nella stessa assemblea, di informarsi, esaminare le questioni in discussione ed esprimere una propria opinione. Forse qualcosa di simile accadeva nel primo trentennio della storia della Repubblica ne partiti di massaa, ma lentamente quell’ ”abito” (direbbe Aristotele) della politica è andato inesorabilmente scemando. Aggiungo solo che il dibattito nei tavoli è stato pacato, sereno, corretto, inclusivo e propositivo.
Il secondo carattere che mi preme evidenziare è nel merito: sono stati proposti tre progetti/idee progettuali, uno della maggioranza già in itinere, come abbiamo detto, uno di un gruppo politico di opposizione richiedente il Forum, il terzo proposto personalmente da un architetto. Chi si aspettava che i deliberanti come proposta popolare avrebbero scelto uno dei tre è andato deluso: informazione, esame, confronti, spirito inclusivo, correttezza e dialettico hanno invece orientato i deliberanti a rifiutare la scelta secca di uno dei tre (pochissimi di essi si sono così orientati nei tavoli). In plenaria di chiusura, infatti, la grande maggioranza di essi ha approvato una mozione che impegna il Presidente del Forum e i tre espositori dei progetti a costituire un’equipe per lo studio e la verifica di tutte le indicazioni di arricchimento, proposte, integrazioni, e modifiche da inviare al Sindaco per il possibile recepimento nell’unico progetto esistente, in fase di elaborazione del definitivo.
Oggi a Giulianova si apre una nuova stagione della politica sul substrato della cultura partecipativa divulgata in oltre dieci anni di attività, anche grazie al coraggio di alcuni partiti di potere che dopo si sono pentiti come apprendisti stregoni. Ma perché non accada di nuovo in quei partiti e negli altri si raggiunga la convinzione che fare politica CON i cittadini e non SU di essi, può comportare un solo rischio: che i cittadini premino chi li vuole veramente attivi e partecipi.