“E’ sorprendente come un bacio

dopo un pasto possa diventare il ‘bacio della morte'”. Così

oggi uno dei legali di Salvatore Parolisi, l’avv. Valter

Biscotti, attacca sull’interpretazione data dai media di uno dei

particolari che emergono dall’autopsia, e cioé che l’uomo – per

il quale la Procura di Ascoli ha chiesto una misura cautelare

per la morte della moglie – avrebbe baciato Melania poco prima

che venisse uccisa, dato che sulle labbra e le gengive della

donna sono rimastre tracce del suo Dna.

   “Questo voler appesantire e attaccare Salvatore a tutti i

costi – incalza il difensore – fa galoppare la fantasia di

tutti”.

   L’avv. Biscotti ribadisce quindi la sua tesi: a uccidere

Melania è stata una donna, come indicherebbe la presenza di Dna

femminile, misto a quello della stessa vittima, sotto l’unghia

dell’anulare sinistro della Rea. Da indiscrezioni, però,

trapela che quel Dna non sarebbe da sfregamento, e quindi tra

Melania e la sua ipotetica assassina non vi sarebbe stata una

colluttazione.

   Un altro punto su cui insiste la difesa è la serie di colpi

inferti post mortem sul corpo della giovane mamma di Somma

Vesuviana. Per l’avv. Biscotti, che difende Parolisi insieme al

collega Nicodemo Gentile, se qualcuno è tornato sul luogo del

delitto almeno 24 ore dopo l’uccisione per sfregiare il cadavere

e depistare così le indagini, quel qualcuno non è certo

Salvatore, che fin da quando denuncia la scomparsa della moglie

“é sotto gli occhi di tutta Italia”.

   “E poi – aggiunge Biscotti – se il perito dice che Melania

era in condizioni di normalità, cioé non aveva pianto e aveva

il trucco ancora intatto, questo vuol dire che lei e il marito

non avevano litigato, e che non c’era alcun motivo di cambiare

il programma di andare a Colle San Marco, come Melania aveva

detto anche alla madre” nell’ultima telefonata, poco prima di

uscire da casa.

   E’ sul pianoro ascolano che Salvatore dice infatti di essere

andato con la moglie e la bambina, ma, secondo l’accusa, in quel

posto non sarebbero mai andati, perché nessuno li ha visti. Si

sarebbero diretti invece subito a Ripe di Civitella, al Bosco

delle Casermette, dove Melania è morta 45 minuti, un’ora dopo

l’ultimo pasto.

   “Salvatore e Melania erano due persone normali. Se nessuno

li conosceva, è possibile che nessuno li abbia notati. Il fatto

che quattro vecchietti e quattro ragazzini dicano di non averli

visti insieme – conclude Biscotti – non vuol dire che lì non

c’erano”. (ANSA).