Due sostituti della procura di

Teramo, titolari di inchieste su vicende diverse e non

collegate, ritengono che ci siano le prove del reato di

bancarotta

che sarebbe stato commesso in due casi dal banchiere

Paolo Biasi, presidente della Fondazione Cariverona (principale

azionista italiano di Unicredit) ed ex presidente del Cda di

Bluterma, azienda di Colonnella (Teramo) specializzata nella

produzione di radiatori, fallita nel 2008.

   Il pubblico ministero Davide Rosati ha chiesto e ottenuto il

rinvio a giudizio di Biasi: l’udienza, fissata da alcuni mesi,

si terrà l’ 11 gennaio 2011 dinanzi al gup di Teramo; il suo

collega Bruno Auriemma ha invece firmato da poche ore la

richiesta di portare in giudizio anche lui Biasi, ma per il

crack della Bluradia, azienda consorella dell’altra, anch’essa

in attività fino a poco più di due anni fa nella zona a

cavallo tra le province di Teramo e Ascoli Piceno.

   In entrambi i casi la contestazione di reato è quella di

bancarotta preferenziale. Nelle aziende in piena crisi – come

riferisce oggi il quotidiano “Il Centro” – Biasi, che ne

gestiva la tesoreria attraverso il cosiddetto sistema del “cash

pooling”, avrebbe girato fondi ad aziende dello stesso gruppo

individuandole come creditrici nell’imminente fallimento. Due

casi fotocopia, dunque, in altrettante aziende del gruppo che

sono fallite nello stesso momento, nel maggio 2008.

   E’ esattamente di un anno dopo, maggio 2009, la prima

iscrizione nel registro degli indagati di Paolo Biasi che nelle

ultime fasi della vita sia di Bluterma che di Bluradia era stato

avvicendato da un amministratore unico. (ANSA).