GIULIANOVA – L’Adriatico inghiotte senza pietà le opere fatte male o comunque forzatamente sospese del nuovo braccio portuale. La limpida giornata di sole fa vedere con chiarezza i massi che sono sgretolati in acqua dopo che l’opera è stata abbandonata al suo destino e che, al momento, rischia di essere la più pericolosa incompiuta cittadina. E siamo soltanto al primo lotto, in quanto, poi, per completare l’opera occorreranno almeno altri due milioni di euro che dovrebbe sborsare la Regione. La ditta che stava eseguendo i lavori, alla luce dei pericolosi “smottamenti” ha avvertito di quanto accade l’Ente Porto ed il presidente Marco Verticelli ha investito della problematica il Provveditorato delle Opere pubbliche, che ora si appresta a redigere un problema di contenimento delle criticità ed evitare che altro materiale sprofondi in acqua. E per far questo la settimana scorsa ha provveduto a far effettuare delle immersione per verificare dal mare, o dal basso, com’è la situazione e nei prossimi giorni, alla luce di quanto riferito dai sommozzatori, rimetterà una relazione con le indicazioni su dove operare per eliminare le criticità presenti. Ma che cosa sarebbe accaduto? E’ stato confermato che durante le verifiche batimetriche e durante le ispezioni si è scoperto che le correnti da nord hanno scavato un fosso a ridosso della diga profondo circa sei metri che corre lungo tutta la parete esterna. Le correnti che si sono formate hanno letteralmente “scavato” mettendo a rischio la stabilità della barriera. Il tutto sarebbe accaduto per due ragioni: la prima, molto più seria, perché la base sul fondale del nuovo molo è più stretta rispetto agli studi originari del professor De Gerolamo. Doveva essere larga 25 metri e doveva prevedere un basamento iniziale di massi naturali più piccoli su cui poggiare massi quadrati artificiali in cemento come sostegno principale per massi ciclopici sino ad emergere fuori dalla superficie dell’acqua creando una sorta di piramide tronca. Il basamento sarebbe stato ridotto di circa 10 metri. Manca inoltre, per il completamento del braccio, un tratto di 85 metri. Secondo gli esperti mancando la convergenza verso l’imboccatura si sarebbero create forti correnti che incanalandosi a ridosso della barriera hanno scavato una fossa profonda 6 metri. Il coordinatore locale di Forza Italia, Jwan Costantini ha incaricato il rappresentante del centrodestra all’interno del Consiglio d’amministrazione dell’Ente porto , Francesco Chiarolla, di procedere con la richiesta di accesso agli atti relativamente ai lavori iniziati e poi sospesi (e mai ripersi) del nuovo braccio del molo. Intanto il presidente Verticelli ha annunciato che l’Ente Porto ha acquistato il progetto del secondo lotto (necessario per completare l’opera) <per portarci avanti con il lavoro>, ha detto e per avere dalla Regione la conferma che, come promesso a più riperse, saranno stanziati i circa 2 milioni occorrenti per scrivere (ma chissà quando) la parola “fine”. E sembra che alla Procura sia stato inoltrato un esposto con la richiesta di far piena luce di questo “pasticciaccio brutto”.