Il calcio giuliese è alla fine. E non per l’esonero dell’allenatore Tiziano De Patre, ma, come si prevedeva, per la questione.stadio. Fatto chiudere il Fadini da due vigili del fuoco (uno dei quali, nel frattempo, è stato trasferito a Chieti, dove scoprirà che all’Angelini i tornelli non ci sono)

. Il problema, adesso, arriva proprio da Chieti, dove il Giulianova era convinto di poter giocare tutte le partite con un solo, piccolo problema, quello della contemporaneità delle gare di Cheti e Giulianova il  29 aprile, superabile con un anticipo al sabato. Ma ecco che ieri alla società giallorossa è arrivata una lettera nella quale  si comunica che . Ora accade che la Lega Pro per il giorno 1° aprile, come da regolamento della Figc, vuole che il Giulianova comunichi un campo definitivo per le tre partite che la squadra dovrebbe giocare in casa, altrimenti, per ogni gara non solo ci sarà lo 0-3 a tavolino ma anche un punto di penalizzazione per ogni partita, il che vuol dire retrocessione o, se vince le gare esterne, spareggi. All’Aquila non può andare perché il primo aprile ci sono due gare, una di rugby e l’altra di calcio, per cui una delle due anticiperà al sabato e l’altra giocherà di domenica e con Teramo sappiamo come è finita nel senso che anche lì . Anche il Celano gioca in casa. Ed allora ogni speranza è riposta nelle mani del sindaco, l’unico in grado di riaprire il Fadini per cui evitare la fine del Giulianova, nato nel 1924.