GIULIANOVA – Svaligiata Casa Maria Immacolata, lo storico edificio di proprietà della curia vescovile, attualmente chiuso in quanto dichiarato inagibile e che sorge in via Gramsci di fronte all’Istituto Gualandi. Nella notte, ignoti, dopo aver forzato il cancello principale che introduce nella splendida villa e nell’altrettanto bellissimo parco, hanno preso di mira la struttura al suo interno, forzando numerose porte per cercare di risalire (e rubare) quello a cui miravano. Per questo devono essere entrati quanto meno con un furgone dal momento che sono stata portati via mobili tra cui armadi, alcuni dei quali pieni di attrezzi, e poi è stata saccheggiata anche la cucina con annesso refettorio da cui sono state prelevate posate, stoviglie e tutto quanto poteva essere considerato utile. La sorpresa si è concretizzata ieri mattina quando qualcuno ha notato l’ingresso principale spalancato ed ha dato l’allarme. Sul posto si sono portati i carabinieri e con loro anche monsignor Vinicio Di Donato, Vicario Episcopale per gli Affari Economici della Curia vescovile al quale è stata affidata la “cura” della struttura. Attualmente, come segnalato la struttura era chiusa in quanto dichiarata inagibile e si era in attesa dei lavori di sistemazione e di rilancio, tanto è vero che lo stesso don Vinicio si oppose con decisione al Comitato festeggiamenti della Madonna dello Splendore che, come era accaduto negli anni precedenti, voleva “incendiare” in questo sito la tradizionale batteria che si spara subito dopo la messa celebrata sul Belvedere. Don Vinicio, come ricordano gli organizzatori, sosteneva che anche i semplici botti avrebbero potuto essere di nocumento all’edifico, per cui la batteria venne sparata al Lido, in riva al mare. Luogo sempre di grande fascino questa antica villa, nel momento del suo massimo splendore, comprendeva campi scuola, sale per convegni e congressi, corsi di studio, era sede di esercizi spirituali e ritiri spirituali per gruppi. La “casa” metteva a disposizione 40 camere con servizi privati, sala ristorante, bar, sala congressi per 100 posti, Cappella interna, Chiostro, ampio giardino ed ampio parcheggio.
La gestione sempre affidata alla Curia Vescovile. Andando a ritroso nel tempo era stata di Vincenzo Comi ma il figlio la cedette a Giulio Acquaviva d’Aragona ,nel 1895 passò da questi al Conte Bruno Scarampi di San Giorgio, suo cognato. Divenuta poi di proprietà della Diocesi di Teramo-Atri, fu restaurata nel 1954 dal Vescovo di Teramo ed Atri Monsignor Stanislao Battistelli ed attrezzata appunto come struttura ricettiva alberghiera per essere utilizzata in particolare per convegni connessi alle attività.