GIULIANOVA – Il sindaco Francesco Mastromauro interviene sulla proposta avanzata dai 5 Stelle di un referendum relativo alla ubicazione della nuova Compagnia dei carabinieri.
“Partiamo da un dato che i 5 Stelle forse ignorano: il referendum a Giulianova è possibile indirlo a differenza di tutte le altre città abruzzesi. E ciò perché”, dichiara il sindaco, “credendo davvero nella democrazia partecipata, ho fortemente voluto che questo istituto nella nostra città esistesse. Ma i 5 Stelle hanno le idee chiare in proposito? Lo vogliono consultivo, propositivo o abrogativo? E sanno i 5 Stelle che ci sono tempi da rispettare? Tempi talmente ampi che potrebbero rendere inutile il referendum stesso perché magari la Compagnia dei carabinieri nel frattempo è andata via da Giulianova. Se promosso dal Consiglio comunale, infatti, per il referendum occorrono non meno di cinque mesi. Molti di più – prosegue Mastromauro – nel caso siano i 5 Stelle a promuoverlo direttamente. Possiamo allora correre il rischio di perdere la Compagnia? Perché il rischio che vada via non è una mia fissazione ma una possibilità reale. Talmente reale che proprio oggi è apparsa su un quotidiano la dichiarazione di un consigliere comunale di Roseto degli Abruzzi, Filiberto Di Giuseppe, in cui si dice a chiare lettere, semmai qualcuno avesse ancora dubbi in proposito, come sia loro obiettivo trasferire la Compagnia da Giulianova avendo già a disposizione diverse soluzioni immobiliari. Un obiettivo per loro così ambizioso da promettere l’intervento dei due parlamentari rosetani. Il tempo stringe, come ho sempre avvertito. Ecco perché, avendo necessità di conoscere la volontà dei cittadini, anziché attivare i Comitati di Quartiere che impiegherebbero tempo ad attivare a loro volta le rispettive Assemblee, abbiamo convocato un Forum cittadino ai sensi degli artt. 43-47 del Regolamento per la partecipazione popolare. Che i 5 Stelle molto probabilmente non conoscono, né si sono impegnati a leggere. Altrimenti saprebbero che il Forum cittadino non è, come dicono loro volendolo sminuire, un “organo rappresentativo” ma un grande momento di democrazia che, guarda un po’, nemmeno questo è stato mai utilizzato in Abruzzo. Perché la democrazia è una cosa seria. Facile sbandierarla. Meno agevole praticarla davvero”.