Le affermazioni fatte dal sindaco PDL di Sulmona, Fabio Federico, in un video promozionale realizzato nell’ambito della scorsa campagna elettorale amministrativa, sono inaccettabili dal punto di vista di uno stato civile e incomprensibili a coloro che su tale civiltà basano la propria vita ed il proprio operato.

 Il sindaco di Sulmona nel video fa una serie di affermazioni del tutto omofobe e tese a far intendere l’omosessualità come una malattia mentale, anzi, peggio ancora, come ‘un’aberrazione genetica’. Arcigay, nei giorni scorsi, ha inoltrato una lettera aperta a Fabio Federico, rammentando che l’omosessualità non è più considerata una malattia, bensì è l’omofobia che egli stesso sta dimostrando, da considerarsi come tale. A tutt’oggi il sindaco sulmontino, non solo non ha ritirato e preso le distanze da quelle dichiarazioni, così come richiesto nella lettera aperta di Arcigay Consoli di L’Aquila e dalla Associazione UAAR abruzzese, ma ha addirittura confermato l’attualità di questa sua posizione nell’ambito di una intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, datata 17 giugno 2011, realizzata dal giornalista Marco Pasqua. Alle esternazioni del sindaco Federico, risponde il Presidente Nazionale di Arcigay, Paolo Patanè: “Le dichiarazioni del sindaco di Sulmona sono indegne e fuori dalla realtà chiediamo che vengano immediatamente ritirate. Gay, lesbiche e trans pretendono rispetto e non è ammissibile che un sindaco-medico, che evidentemente avrebbe fatto meglio a passare più tempo sui libri, si lasci andare a dichiarazioni omofobe, offensive e prive di qualsivoglia valore scientifico. Proprio per arginare la diffusione di omofobia e odio contro gli omosessuali è urgente l’approvazione dell’estensione della legge Mancino ai reati di omofobia. Quanto al sindaco omofobo chiediamo come abbia fatto ad ottenere una laurea in medicina”. Di seguito troverete la lettera aperta inviata dall’Arcigay aquilano al sindaco di Sulmona.

  

 

 

Egr. Sig. Sindaco di Sulmona, Fabio Federico.

In relazione alle dichiarazioni da lei stesso citate nel video apparso su YouTube e girato nel 2006, in cui faceva chiari riferimenti all’omosessualità come una malattia, le ricordiamo che tale orientamento sessuale è stato riconosciuto dall’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, come una normale variante della sessualità umana, pertanto abrogato dallo status di malattia mentale. Le ricordiamo inoltre che a causa dell’erronea elencazione nelle malattie mentali, negli anni precedenti all’abrogazione dell’OMS, molti ragazzi/e, uomini e donne omosessuali sono stati duramente perseguitati da psichiatri senza scrupoli che hanno loro somministrato farmaci per una malattia mentale inesistente, rovinando così centinaia di vite umane rendendo le loro menti completamente incapaci di intendere e volere, quindi facendoli ammalare veramente. Le ricordiamo anche che a causa della nomenclatura dell’omosessualità fra le malattie mentali, tantissime persone sono state sottoposte nei decenni precedenti ad una inumana pratica che è quella dell’elettroshock. Ciò ha determinato dunque, molto spesso ed in gran parte dei casi, il manifestarsi di malati mentali laddove non ce n’erano e di ‘cure’ psichiatriche assolutamente non necessarie; e tutto ciò ha generato anche per lo stato degli esborsi mostruosi da parte delle ASL e dei servizi sanitari in genere in tutto il mondo, per la cura di questa gente che capitando in mano alla psichiatria senza scrupoli, si è inesorabilmente e irreparabilmente ritrovata addosso gravi malattie mentali non volute e che precedentemente non erano presenti nelle loro vite. Infine, constatare a tutt’oggi che esistano rami della psicologia e della psichiatria che ancora purtroppo ritengono l’omosessualità come una malattia mentale, è davvero triste oltre che inaccettabile e peggio ancora se tali tesi sono supportate da eminenti politici come lei, sindaci di città e cittadine. Sig. Sindaco, lei forse a Sulmona non se ne accorgerà neanche, ma le garantiamo che il mondo è pieno di omosessuali. Chiunque intorno a lei può esserlo, il suo farmacista, il suo meccanico di fiducia, il suo medico di famiglia, il garzone del negozio di alimentari in cui si serve con sua moglie, il commesso del negozio di abbigliamento, il barista che le serve il cappuccino tutte le mattine, l’usciere degli uffici comunali in cui lei s’imbatte quotidianamente. Chiunque intorno a lei potrebbe essere omosessuale, anche dei suoi stessi familiari, a sua insaputa. Per cui, caro Sindaco, offendendo in quella maniera, come nel video, l’universo delle persone omosessuali, è un qualcosa di davvero molto sporco e incomprensibile da parte di un uomo erudito e pubblico come lei. Dichiarare che l’omosessualità è una malattia è un’azione che va ad ingrassare ed ingigantire soltanto le tasche di chi su questa presunta malattia ci guadagna dei soldi con la promessa di guarire gli omosessuali e va ad arricchire soltanto le case farmaceutiche che vendono psicofarmaci prescritti da psicologi e psichiatri che abbracciano tale insana tesi. Tutto ciò si racchiude in un unico termine: ‘Omofobia’ e dall’etimologia della parola si renderà chiaramente conto che tale termine indica quella che è davvero una malattia mentale, ossia: La paura del diverso, la paura dell’omosessualità, la ‘fobia’ per l’appunto che spesso, anzi, quasi sempre è determinata da una profonda maleducazione e da una profonda ignoranza. Pertanto, Egr. Sig. Sindaco, con questa missiva esplicativa su ciò che è davvero la differenza fra la malattia mentale e l’universo omosessuale, la esortiamo gentilmente ma anche spassionatamente, fin da ora, a chiedere pubblicamente scusa per le frasi che ha detto nel video e di prendere le distanze da tali dichiarazioni. Restiamo in attesa di un suo pubblico riscontro a questa nostra istanza. Ci è gradita l’occasione per porgere

Distinti Saluti

 

Carla Liberatore

Presidente Arcigay Consoli L’Aquila

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Arcigay Massimo Consoli L’Aquila

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