LETTERA APERTA AI GIULIESI

Carissimi Cittadini,

ho iniziato la mia esperienza politica che ero poco più di un ragazzo. Ho creduto nei grandi ideali di democrazia, di libertà, di giustizia e di uguaglianza. Sono orgoglioso di essere stato un modesto protagonista di quel lungo periodo storico fatto di lotte, di battaglie per il lavoro, per riscattare le masse popolari dalla miseria e per affermare vieppiù i principi sanciti dalla Costituzione Repubblicana. La militanza in quel grande partito riformista che era il PCI mi ha forgiato innanzitutto come uomo e sono debitore perciò nei confronti di tutti i compagni che mi hanno aiutato e hanno contribuito in modo decisivo alla mia formazione politica. E’ stata una palestra importante, un’esperienza esaltante sul piano politico e morale.

Per quasi quarant’anni, ho avuto l’onore di rappresentarvi nelle Istituzioni, presso le quali si esprime la volontà del popolo sovrano. Ho agito sempre nell’interesse dei più deboli e dei più bisognevoli di aiuto. Non ho mai operato discriminazioni. A chi si è rivolto a me, non ho mai chiesto quale tessera di partito avesse in tasca. Sia da Consigliere Comunale e Provinciale, che da Vice-Sindaco e Sindaco non ho percepito alcun compenso, giacché quelle poche lire delle indennità, venivano mensilmente devolute al partito.

Nel 1980 fui eletto, grazie a voi, con dovizia di consensi, Consigliere Regionale e nel 1987 Senatore della Repubblica. In quegli anni, ogni mese versavo al partito una somma pari al 67% della mia indennità. Era una legge non scritta, ma che valeva per tutti gli eletti del PCI. Ecco perché nessun giornalista si era mai sognato di parlare di privilegi e di scrivere un libro sulla casta. In quelle Istituzioni ho sempre portato la vostra voce e le vostre istanze. Sono intervenuto nei dibattiti su argomenti che hanno influito non poco sul corso della storia del nostro Paese (impeachment contro Cossiga, la vicenda di Andreotti, l’accusa contro Citaristi, la guerra del Golfo, la criminalità organizzata, la riforma del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, la soppressione degli enti inutili, la riforma del sistema pensionistico, le leggi di riforma della Polizia, dei Vigili del fuoco e della Finanza pubblica, la riforma del pubblico impiego, le provvidenze a favore degli agricoltori e dei pescatori) assolvendo cosi a un ruolo nazionale.

Come ciascuno di voi ha potuto constatare, da alcuni mesi la mia persona è stata fatta oggetto di un attacco politico imbevuto di livore, acredine e cattiveria. La vicenda – scriveva domenica scorsa “Il Centro” – si è sgonfiata come una bolla di sapone dopo l’intervento dell’Assessore Loris Vanni, il quale in Consiglio Comunale ha fornito tutte le spiegazioni giuridiche e tecniche che ne rilevano l’infondatezza.  Per quanto mi riguarda, perciò, l’argomento è chiuso. Certo, sono amareggiato. Dopo una vita spesa per tutelare gli interessi dei lavoratori, sacrificando spesso gli affetti familiari, dopo tante lotte e tante battaglie per le quali sono stato denunciato (adunata sediziosa, corteo non autorizzato, vilipendio al Governo, blocco stradale) e ho rischiato più volte il carcere, non credevo che alla mia età avrei dovuto soffrire per un’accusa priva di ogni consistenza.

A questo punto, permettetemi di fare qualche riflessione ad alta voce, al fine di recare il mio modesto contributo perché la nostra Città esca da questo clima politico rissoso, impertinente e villano che finisce per offuscare la sua immagine e per fare pagare un prezzo altissimo a voi cittadini.

Vedete, se Giulianova costituisce ancora oggi un patrimonio politico, civile e democratico, se la nostra Città esplica ancora la sua influenza su un’area ben più ampia dei suoi confini e dell’Abruzzo intero, tutto ciò non è un regalo di chicchessia. Ma è il frutto di una tenace, travagliata, sofferta opera alla quale i politici del passato hanno dato un contributo di gran valore con la loro intelligenza e le loro intuizioni, con il loro impegno di vita e di pubblici amministratori.

Furono quelli gli anni in cui operammo scelte importanti che avrebbero segnato l’avvenire della nostra Città della quale tutti oggi andiamo orgogliosi. Fu vinta la battaglia per l’arretramento dell’Autostrada A-14. Fu varato il Piano Regolatore Generale: uno strumento urbanistico che avrebbe garantito uno sviluppo ordinato e armonico di Giulianova con ampi spazi di verde pubblico attrezzato, favorendo cosi le attività turistiche e tutelando un paesaggio di grande pregio, unico in tutta la fascia costiera adriatica. Fu promosso di concerto con il compianto Senatore Pietro De Dominicis lo sviluppo e l’ammodernamento del Porto. Fu realizzata la zona 167, che rappresentò una valido strumento per far fronte al problema della casa, fu attuata la rete del metano, gestita direttamente dal Comune, che consentiva di praticare la tariffa più bassa d’Abruzzo e al tempo stesso di introitare nel bilancio comunale centinaia di milioni all’anno. Fu tradotta in realtà la zona artigianale di Colleranesco. Furono istituiti i Consigli di quartiere, validi strumenti di democrazia di base per suscitare la partecipazione di voi cittadini alla vita politica e amministrativa. Furono aperti gli asili nido e le scuole materne (primo esempio in tutta la Provincia), furono adottati provvedimenti inediti a favore degli anziani (soggiorno estivo, assistenza domiciliare, integrazione della pensione). Fu istituito il consultorio familiare, il primo nel Mezzogiorno d’Italia, che salvò la vita a decine e decine di madri di famiglia.

Chi ha governato la nostra Città, voi lo sapete, ha dato esempio di efficienza, onestà e correttezza. Il Comune è stato sempre una casa di vetro entro la quale ciascun cittadino ha avuto la possibilità di controllare e di dire la sua. In 50 anni non c’è stato un Sindaco, un Assessore, un Consigliere Comunale che abbia dovuto rispondere di fronte a un giudice per reati infamanti come il peculato, la corruzione, la concussione. I Carabinieri, in tutti questi anni, non hanno mai dovuto salire le scale del Comune. Questo patrimonio politico, etico e morale non appartiene a una sola forza politica, ma a tutti i partiti che, sia pure dai banchi dell’opposizione, hanno dato un contributo decisivo allo sviluppo economico, sociale e civile di Giulianova. Un bene prezioso da custodire gelosamente e da indicare alla nuove generazioni perché su di esso si impegnino a costruire il loro domani. Guai a disperderlo in campagne senza costrutto, al solo scopo di “guadagnare” una qualche visibilità sulla stampa e sui mass-media. Lo scandalismo non paga. Crea guasti irreparabili. Genera l’antipolitica e allontana sempre più i cittadini dalle Istituzioni. Non dimentichiamoci che nelle ultime consultazioni elettorali anche in Abruzzo soltanto il 50% dei cittadini si è recato alle urne.

Oggi Giulianova, come del resto l’Italia, vive una crisi economica di una gravità inaudita. Le poche fabbriche rimaste non ce la fanno a tirare avanti e licenziano. Decine e decine di commercianti ogni giorno sono costretti a interrompere la loro attività, l’artigianato ristagna. Le famiglie non arrivano alla fine del mese, la disoccupazione ha raggiunto livelli insopportabili, i giovani coniugano la loro disperazione andando su e giù per il corso senza intravvedere la possibilità di inserirsi in qualche modo nella produzione.

Questi sono i problemi che interessano Voi cittadini! Questi gli argomenti sui quali i politici debbono cimentarsi. Compiamo allora tutti insieme uno sforzo per avanzare proposte capaci di alleviare le difficoltà e di interpretare le esigenze, i bisogni e le aspirazioni della gente comune. E non perdiamoci in polemiche sterili e artificiose. L’invito lo rivolgo a tutti e anche a me stesso. Non continuiamo a spararci addosso a palle infuocate. Abbandoniamo la strada dell’odio. La politica è un’arte nobile. Purtroppo è diventata una cosa sporca. Non contribuiamo a sporcarla ancora di più. La democrazia, quella vera, si alimenta con la partecipazione attiva.  E’ possibile uscire dal pantano se chi non la pensa come noi non è considerato un nemico, ma soltanto un avversario con il quale confrontarsi. Scontrarsi anche. Ma con il quale è possibile pervenire ad una sintesi unitaria per raggiungere il bene comune.

Ho voluto scrivervi, carissimi cittadini, perché è il vostro giudizio che più mi interessa. E’ il vostro sentimento, il vostro affetto che più mi sta a cuore. Vi ringrazio per la pazienza portatami e vi chiedo scusa se con queste mie riflessioni ho richiamato la vostra attenzione sulla gravità della situazione, sui limiti e sui compiti della politica e vi ho fatto rivivere i momenti più significativi della storia della nostra Città, della nostra Giulianova.LETTERA APERTA AI GIULIESI

Carissimi Cittadini,

ho iniziato la mia esperienza politica che ero poco più di un ragazzo. Ho creduto nei grandi ideali di democrazia, di libertà, di giustizia e di uguaglianza. Sono orgoglioso di essere stato un modesto protagonista di quel lungo periodo storico fatto di lotte, di battaglie per il lavoro, per riscattare le masse popolari dalla miseria e per affermare vieppiù i principi sanciti dalla Costituzione Repubblicana. La militanza in quel grande partito riformista che era il PCI mi ha forgiato innanzitutto come uomo e sono debitore perciò nei confronti di tutti i compagni che mi hanno aiutato e hanno contribuito in modo decisivo alla mia formazione politica. E’ stata una palestra importante, un’esperienza esaltante sul piano politico e morale.

Per quasi quarant’anni, ho avuto l’onore di rappresentarvi nelle Istituzioni, presso le quali si esprime la volontà del popolo sovrano. Ho agito sempre nell’interesse dei più deboli e dei più bisognevoli di aiuto. Non ho mai operato discriminazioni. A chi si è rivolto a me, non ho mai chiesto quale tessera di partito avesse in tasca. Sia da Consigliere Comunale e Provinciale, che da Vice-Sindaco e Sindaco non ho percepito alcun compenso, giacché quelle poche lire delle indennità, venivano mensilmente devolute al partito.

Nel 1980 fui eletto, grazie a voi, con dovizia di consensi, Consigliere Regionale e nel 1987 Senatore della Repubblica. In quegli anni, ogni mese versavo al partito una somma pari al 67% della mia indennità. Era una legge non scritta, ma che valeva per tutti gli eletti del PCI. Ecco perché nessun giornalista si era mai sognato di parlare di privilegi e di scrivere un libro sulla casta. In quelle Istituzioni ho sempre portato la vostra voce e le vostre istanze. Sono intervenuto nei dibattiti su argomenti che hanno influito non poco sul corso della storia del nostro Paese (impeachment contro Cossiga, la vicenda di Andreotti, l’accusa contro Citaristi, la guerra del Golfo, la criminalità organizzata, la riforma del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, la soppressione degli enti inutili, la riforma del sistema pensionistico, le leggi di riforma della Polizia, dei Vigili del fuoco e della Finanza pubblica, la riforma del pubblico impiego, le provvidenze a favore degli agricoltori e dei pescatori) assolvendo cosi a un ruolo nazionale.

Come ciascuno di voi ha potuto constatare, da alcuni mesi la mia persona è stata fatta oggetto di un attacco politico imbevuto di livore, acredine e cattiveria. La vicenda – scriveva domenica scorsa “Il Centro” – si è sgonfiata come una bolla di sapone dopo l’intervento dell’Assessore Loris Vanni, il quale in Consiglio Comunale ha fornito tutte le spiegazioni giuridiche e tecniche che ne rilevano l’infondatezza.  Per quanto mi riguarda, perciò, l’argomento è chiuso. Certo, sono amareggiato. Dopo una vita spesa per tutelare gli interessi dei lavoratori, sacrificando spesso gli affetti familiari, dopo tante lotte e tante battaglie per le quali sono stato denunciato (adunata sediziosa, corteo non autorizzato, vilipendio al Governo, blocco stradale) e ho rischiato più volte il carcere, non credevo che alla mia età avrei dovuto soffrire per un’accusa priva di ogni consistenza.

A questo punto, permettetemi di fare qualche riflessione ad alta voce, al fine di recare il mio modesto contributo perché la nostra Città esca da questo clima politico rissoso, impertinente e villano che finisce per offuscare la sua immagine e per fare pagare un prezzo altissimo a voi cittadini.

Vedete, se Giulianova costituisce ancora oggi un patrimonio politico, civile e democratico, se la nostra Città esplica ancora la sua influenza su un’area ben più ampia dei suoi confini e dell’Abruzzo intero, tutto ciò non è un regalo di chicchessia. Ma è il frutto di una tenace, travagliata, sofferta opera alla quale i politici del passato hanno dato un contributo di gran valore con la loro intelligenza e le loro intuizioni, con il loro impegno di vita e di pubblici amministratori.

Furono quelli gli anni in cui operammo scelte importanti che avrebbero segnato l’avvenire della nostra Città della quale tutti oggi andiamo orgogliosi. Fu vinta la battaglia per l’arretramento dell’Autostrada A-14. Fu varato il Piano Regolatore Generale: uno strumento urbanistico che avrebbe garantito uno sviluppo ordinato e armonico di Giulianova con ampi spazi di verde pubblico attrezzato, favorendo cosi le attività turistiche e tutelando un paesaggio di grande pregio, unico in tutta la fascia costiera adriatica. Fu promosso di concerto con il compianto Senatore Pietro De Dominicis lo sviluppo e l’ammodernamento del Porto. Fu realizzata la zona 167, che rappresentò una valido strumento per far fronte al problema della casa, fu attuata la rete del metano, gestita direttamente dal Comune, che consentiva di praticare la tariffa più bassa d’Abruzzo e al tempo stesso di introitare nel bilancio comunale centinaia di milioni all’anno. Fu tradotta in realtà la zona artigianale di Colleranesco. Furono istituiti i Consigli di quartiere, validi strumenti di democrazia di base per suscitare la partecipazione di voi cittadini alla vita politica e amministrativa. Furono aperti gli asili nido e le scuole materne (primo esempio in tutta la Provincia), furono adottati provvedimenti inediti a favore degli anziani (soggiorno estivo, assistenza domiciliare, integrazione della pensione). Fu istituito il consultorio familiare, il primo nel Mezzogiorno d’Italia, che salvò la vita a decine e decine di madri di famiglia.

Chi ha governato la nostra Città, voi lo sapete, ha dato esempio di efficienza, onestà e correttezza. Il Comune è stato sempre una casa di vetro entro la quale ciascun cittadino ha avuto la possibilità di controllare e di dire la sua. In 50 anni non c’è stato un Sindaco, un Assessore, un Consigliere Comunale che abbia dovuto rispondere di fronte a un giudice per reati infamanti come il peculato, la corruzione, la concussione. I Carabinieri, in tutti questi anni, non hanno mai dovuto salire le scale del Comune. Questo patrimonio politico, etico e morale non appartiene a una sola forza politica, ma a tutti i partiti che, sia pure dai banchi dell’opposizione, hanno dato un contributo decisivo allo sviluppo economico, sociale e civile di Giulianova. Un bene prezioso da custodire gelosamente e da indicare alla nuove generazioni perché su di esso si impegnino a costruire il loro domani. Guai a disperderlo in campagne senza costrutto, al solo scopo di “guadagnare” una qualche visibilità sulla stampa e sui mass-media. Lo scandalismo non paga. Crea guasti irreparabili. Genera l’antipolitica e allontana sempre più i cittadini dalle Istituzioni. Non dimentichiamoci che nelle ultime consultazioni elettorali anche in Abruzzo soltanto il 50% dei cittadini si è recato alle urne.

Oggi Giulianova, come del resto l’Italia, vive una crisi economica di una gravità inaudita. Le poche fabbriche rimaste non ce la fanno a tirare avanti e licenziano. Decine e decine di commercianti ogni giorno sono costretti a interrompere la loro attività, l’artigianato ristagna. Le famiglie non arrivano alla fine del mese, la disoccupazione ha raggiunto livelli insopportabili, i giovani coniugano la loro disperazione andando su e giù per il corso senza intravvedere la possibilità di inserirsi in qualche modo nella produzione.

Questi sono i problemi che interessano Voi cittadini! Questi gli argomenti sui quali i politici debbono cimentarsi. Compiamo allora tutti insieme uno sforzo per avanzare proposte capaci di alleviare le difficoltà e di interpretare le esigenze, i bisogni e le aspirazioni della gente comune. E non perdiamoci in polemiche sterili e artificiose. L’invito lo rivolgo a tutti e anche a me stesso. Non continuiamo a spararci addosso a palle infuocate. Abbandoniamo la strada dell’odio. La politica è un’arte nobile. Purtroppo è diventata una cosa sporca. Non contribuiamo a sporcarla ancora di più. La democrazia, quella vera, si alimenta con la partecipazione attiva.  E’ possibile uscire dal pantano se chi non la pensa come noi non è considerato un nemico, ma soltanto un avversario con il quale confrontarsi. Scontrarsi anche. Ma con il quale è possibile pervenire ad una sintesi unitaria per raggiungere il bene comune.

Ho voluto scrivervi, carissimi cittadini, perché è il vostro giudizio che più mi interessa. E’ il vostro sentimento, il vostro affetto che più mi sta a cuore. Vi ringrazio per la pazienza portatami e vi chiedo scusa se con queste mie riflessioni ho richiamato la vostra attenzione sulla gravità della situazione, sui limiti e sui compiti della politica e vi ho fatto rivivere i momenti più significativi della storia della nostra Città, della nostra Giulianova.