Caro Gianni,

sento il dovere di queste righe per il rispetto che mi è doveroso nei confronti dei tantissimi collaboratori della Asl di Teramo, e non solo, che, in virtù della Tua decisione, hanno subìto un’enorme delusione.

Lo scorso maggio mi fai raggiungere da una persona di tua fiducia: mi spiega che la Tua scelta sulla nomina del Direttore della Asl di Teramo cadeva su me, ma “aveva bisogno di una sollecitazione dall’alto”. Io, con un po’ di imbarazzo, mi sono adoperato affinché i Tuoi desiderata trovassero degno riscontro. E sono certo che anche Tu abbia registrato quanto sia stato importante e proveniente da personalità di contenuto, il consenso sul mio nome. Ma tutto ciò conta solo fino ad un certo punto, perché quel consenso, che pure mi lusinga, non mi onora tanto quanto quello dei tanti, tantissimi cittadini teramani, gente umile ed ansiosa di vedere finalmente la fine di un incubo durato cinque lunghi anni. Mi addolora la loro enorme delusione. Tu hai scelto diversamente ed io non ho nulla da obiettare: ho solo e sempre servito il prossimo con sincera lealtà e senza interessi personali e, gioco forza, sono diventato “la scelta” della maggioranza silenziosa che Tu hai offeso; maggioranza silenziosa che aveva (Te l’ha dimostrato due anni fa) tanta fiducia in Te. E’ impossibile spiegare ai tanti il perché di una mortificazione così profonda che Tu hai inflitto loro. Capisco i meccanismi che regolano certe scelte, non ero certo in cerca di affermazioni professionali (che mi procuro quotidianamente con il mio lavoro), ma sono amareggiato. E mi amareggia ancor più il Tuo comportamento, anche attuale: Ti prego, non tentare giustificazioni attribuendo la Tua scelta ad altri e non consentire ai Tuoi collaboratori di difendere valutazioni che Tu hai fatto. Temo ci sia un problema di scarsa chiarezza nei Tuoi comportamenti politici e di relazione umana. E questo timore aumenta man mano che le persone che mi avvicinano raccontano storie simili alla mia: Tu li cerchi, gli dici di farsi sostenere, o presentare, o garantire, e poi salta fuori che sapevi già che cosa fare o che (peggio), decidi solo per esercitare un potere fine a se stesso, o per  tenere lontano quelli che potrebbero farTi ombra, o quelli che sono stati amici di persone a Te non vicine, o nemiche.

Un magnate americano dell’acciaio, tale Ernest Carneige, sulla sua lapide ha voluto la scritta ”Ho avuto successo poiché  ebbi l’umiltà di circondarmi di persone più in gamba di me”. Non sono certo io quello più in gamba di te, ma Tu dovresti trovare il tempo per riflettere sulle figure di cui Ti sei circondato, e spiegare, ai tanti cittadini vicini a me e ad un certo pensiero sulla sanità, il perché di una non-scelta.

Ti ringrazio per avermi letto e, qualunque idea ti farai della presente, auguro pace, gioia, serenità e salute.

Con sincero rispetto.

Sabatino Casini