Renata Rapposelli non è morta per un colpo sparato da arma da fuoco e molto probabilmente nemmeno per una coltellata. È quanto si è appresi dalle prime indiscrezioni sull’autopsia eseguita ieri l’altro all’obitorio dell’ospedale di Macerata. Il cadavere della donna non presenta segni e fratture alle ossa compatibili con uno sparo o con un colpo di coltello, nel senso che sono integre e non hanno subito alcun tipo “colpo” , A questo punto la Procura di Ancona procura attende i risultati tossicologici per avere un quadro più chiaro di come la donna sia morta e soprattutto se sia stata uccisa. Gli avvocati della difesa, che ieri non hanno partecipato all’autopsia con il proprio perito di parte, l’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, hanno avanzata richiesta della documentazione sull’esame autoptico effettuato. Intanto i Ris ieri mattina, attorno alle 10,30 sono andati a casa della pittrice, in via della Pescheria e lì sono rimasti addirittura fino a tarda serata,ispezionando non solo l’appartamentino di 50 metri quadrati ma anche la tromba delle scale e l’ascensore. Il Pubblico ministero Andrea Laurino e il comandante del Reparto operativo Nucleo investigativo Americo Di Pirro, avevano proceduto l’arrivo dei carabinieri del reparto investigazioni scientifiche (Ris, appunto) per un sopralluogo nella casa lasciata poi ai rilievi dei militari. Ad un certo punto quattro dei carabinieri dei Ris sono partiti alla volta di Giulianova e nel pomeriggio, dalle 15,30 e per circa un’ora hanno di nuovo ispezionato la fiat 600 di Giuseppe e Simone Santoleri nel deposito giudiziario dei fratelli Mariani. Alle operazioni erano presenti lo stesso Giuseppe Santoleri e i legali Carradori e Reitano. Da quello che si è appreso i Ris hanno di nuovo ispezionato il vano dell’auto, con particolare riferimento al portabagagli. Cosa cercavano a questo punto visto che in precedenza era stata esclusa la presenza di sangue all’interno? La riposta è stata questa: eventuali tracce di trasporto di cadavere. Alla fine hanno prelevato alcuni reperti biologici (tre tracce in particolare) che saranno esaminati anche dal punto di vista tossicologico (esempio: avvelenamento). I legali di Simone Santoleri, inoltre, non danno molta importanza al contenuto della sua intervista a “Ci l’ha visto” nella quale, tra l’altro, gli viene chiesto: <Ma lei come ha saputo della scomparsa di sua madre?> E lui risponde: <Ad avvertirmi sono stati i carabinieri di Cingoli, Chienti, non so perché mi viene in mente Chienti>.Come noto, il Chienti é il fiume vicino al quale, nei pressi di Tolentino, è stato trovato il corpo di Renata Rapposelli. Simone ha sempre dichiarato di non essere mai stato in quella zona, ma allora come fa a dire Chienti invece che Cingoli, come aveva detto correttamente all’inizio? Del Chienti si è parlato solo tre giorni fa, quando é stato ritrovato il corpo della pittrice. L’avvocato Carradori:<Del Chieti gliene ho parlato io descrivendogli Cingoli>.