Il lavoro sinergico profuso nel corso di complesse indagini di Polizia Giudiziaria condotte congiuntamente dai militari della Guardia Costiera del Compartimento Marittimo di Pescara e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Teramo sotto la direzione della Procura della Repubblica di Teramo, ha condotto alla denuncia di nr.4 persone per svariati reati tra cui Frode nelle pubbliche forniture, Falso ideologico del pubblico ufficiale in atto pubblico, Utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

 

 

Le indagini sono scattate in relazione a presunti illeciti operati nell’ambito dell’appalto per la realizzazione di un’ “Oasi Marina protetta per la protezione e lo sviluppo delle risorse acquatiche dei comuni di Pineto e Silvi”, finanziata con fondi erogati dalla Regione Abruzzo, ma di provenienza comunitaria, per un importo totale di euro 340.000,00 circa.

 

La gara per la realizzazione della suddetta opera, indetta dalla Provincia di Teramo, veniva aggiudicata da una società operante ed avente sede nella Regione Veneto ma, di fatto, in sub appalto, i lavori dovevano essere eseguiti a cura di una società Abruzzese, specializzata nel particolare settore.

 

Lo specchio d’acqua interessato dal predetto progetto di sviluppo delle risorse acquatiche, si estende su una superficie di circa 4 milioni di metri quadri ed è localizzato ad una distanza di circa 3 miglia dalla costa antistante i comuni di Pineto e Silvi Marina.

 

Sulla base del progetto approvato, la società appaltatrice avrebbe dovuto realizzare e posizionare all’interno dello specchio d’acqua sopra descritto, n°24 strutture di tipo piramidale conica con la base di circa 10 mt.  di raggio ed un’altezza di 3 mt, utilizzando n° 240 massi artificiali antistrascico di mt3  1, n° 289 massi artificiali di mt3 1, 8084 tonnellate di massi naturali.

 

Le indagini tecniche sui luoghi interessati dal posizionamento delle predette strutture, eseguite con l’ausilio di unità navali della Guardia Costiera, supportate dal personale del Nucleo Sommozzatori di stanza a San Benedetto del Tronto, hanno permesso di accertare che il quantitativo di materiali depositati effettivamente sui fondali di mare prospiciente la costa compresa tra i comuni di Pineto e Silvi, è risultato essere di molto inferiore ai quantitativi effettivamente commissionati e pagati dalla Regione Abruzzo.

l quadro complessivo messo in evidenza dagli investigatori, attraverso la capillare ricostruzione delle operazioni commerciali complementari, necessarie alla realizzazione dell’opera, ha delineato uno scenario caratterizzato da:

 

Ø  utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per varie decine di migliaia di Euro, emesse da varie società pugliesi, attestanti acquisti da parte della ditta abruzzese di tonnellate di massi che, come successivamente accertato, non sono mai stati depositati sui fondali dello specchio di mare interessato;

 

Ø  la presentazione alla Regione Abruzzo, da parte di due funzionari della Provincia di Teramo, di materiale fotografico attestante la corretta esecuzione dei lavori, completamente inidoneo a tale scopo;

 

Ø  la redazione, da parte dei due predetti funzionari, di verbali falsamente attestanti la regolarità nell’esecuzione dei lavori, motivo per il quale, i medesimi dovranno rispondere anche del reato di falso ideologico del pubblico ufficiale in atto pubblico.