Carissimo collega dott. Arboretti

Ho avuto modo di ascoltare il Suo intervento in occasione del consiglio comunale tenutosi al Kursaal e avente come punto all’ordine del giorno “il futuro dell’ospedale di Giulianova”.

Ho poi avuto modo di leggere quanto da lei scritto sulla rivista Giuliaviva di cui sono affezionato lettore.

Lei è poi tornato sull’argomento in un articolo pubblicato in data martedì 10 aprile c.a. Sul quotidiano La Città.

Ho riflettuto, come mio costume, e poi ho deciso di risponderLe, come cittadino addetto ai lavori e anche come ex primario di Ostetricia e Ginecologia c/o il P.O. Di S. Omero prima, quindi per circa dieci anni c/o la struttura di Giulianova ed infine presso il P.O. di Atri, ultima tappa del mio percorso professionale prima di essere chiamato all’onerosissimo e onorevolissimo incarico di Direttore Sanitario d’Azienda.

Mi permetta di analizzare, entrando nei particolari, quanto da Lei affermato.

Lo faccio con Lei perché La considero persona dotata di cultura amministrativa e sanitaria, scevra da qualsiasi rozzezza intellettuale, che ahimè, sempre più, metastatizza nelle sedi dalle quali tale cultura dovrebbe essere bandita.

Nella prima parte del Suo scritto, Lei, e questo me lo aspettavo, critica, giustamente, la metodologia con cui è stato organizzato l’evento, definendolo come:” la solita passerella”.

Concordo pienamente, ma mi creda, questo era il vero e unico scopo di chi ne ha curato l’organizzazione.

“occasioni così”, è il suo deluso e triste commento, non andrebbero sciupate specie se le si è inseguite a lungo.

Quindi entro nell’analisi tecnica.

Anche in questo caso, lei, coglie nel segno quando accenna ai costi insostenibili di una sanità che no può essere legata alla sede dove i servizi vengono serviti, bensì alla esaustività e qualità degli stessi.

L’intercettazione, la fiducia, la fidelizzazione del cittadino-utente, può essere misurata solo in questo modo.

Altro punto da lei toccato, ma non sufficientemente capito, anche per la scarsezza dei tempi concessi e male utilizzati durante i quali, hanno democraticamente, trovato voce chi, non avendo nulla da dire, come in altre innumerevoli occasioni, non vuole perdere il diritto di esibirsi nella fiera del nulla pensiero.

Nell’ultima parte però, lei mi ha deluso.

Quando affronta il problema del punto nascita, proprio Lei, anche Lei è caduto a mio modesto avviso, nell’errore di rincorrere il “leitmotiv” non resistendo alla tentazione della demagogia imperante.

Vede, io sono un ascoltatore attento dei consigli comunali.

In quell’assise Lei esprime, attraverso argomentazioni articolate e documentate, le opinioni e le proposte Sue e del movimento ” Cittadino Governante” che così ostinatamente e coerentemente rappresenta.

Bene, come cittadino giuliese, non sempre sono d’accordo con le sue idee e con quelle del movimento che lei rappresenta, però, ciò che mi soddisfa, è come Lei difende le Sue tesi: DOCUMENTANDOSI.

Questa volta, tale virtù, Le è venuta meno.

Vede, caro Collega, non esiste solo l’urbanistica territoriale, dove le regole sono messe a tutela degli interessi della collettività, e non solo di una parte, spesso di una piccola parte della collettività stessa.

Anche in sanità, esistono regole urbanistiche, di edilizia sanitaria appunto, che devono tener conto di parametri riguardanti la sicurezza degli assistiti.

Ciò è normato dalla legge( Decreto Ministro della Salute Fazio) e di ciò, bisogna tenere conto, quando si affrontano certe problematiche.

Lei, da persona non rozza e intellettualmente onesta, ne converrà con me, se avrà la bontà di leggere quanto previsto e deliberato dalla G.R. Con Legge n.897 del 23 dicembre 2011 che prevede per il percorso nascita dei criteri dai quali non so può prescinde, e che Lei immaginavo conoscesse.

Le cito un passo della legge che mi piacerebbe illustrarLe personalmente:

Primo:

entro sei mesi(fine dicembre 2011) debbono essere adeguate le strutture (ostetriche /ginecologiche, pediatriche, neonatologiche) agli standard operativi di sicurezza e di tecnologia riportati nell’allegato 1/b dell’accordo Stato/Regioni.

Le cito alcuni tra gli adeguamenti previsti per un punto nascita di primo livello (numero parti inferiore a 1000):

– numero 2 sala parto sempre disponibili

– numero una sala operatoria dedicata 24 ore su 24

– guardia attiva anestesiologica h24

Ora la invito a riflettere scordando il passato, in cui nel nostro Abruzzo tali standard non venivano rispettati discapito della sicurezza, e che oggi a livello nazionale è stato normato con legge e che è stata recepita con le delibere n. 52 del 20 gennaio 2012 e D.G.R. N897 del 23 dicembre 2011.

Lei, che non solo non è rozzo, ma dimostra competenze urbanistiche, capirà, che per motivi strutturali, l’attuale situazione dell’ Ospedale Civile di Giulianova, non é in grado, e non potrebbe esserlo per carenze di spazi, di garantire la realizzazione di tale struttura .

Si dovrebbero costruire ex-novo aree da destinare al raggiungimento dell’obiettivo di un percorso nascita in sicurezza non solo da un punto di vista del personale dedicato, ma anche delle strutture previste che poc’anzi Le ho illustrato.

La struttura dove ho avuto l’onore di lavorare non prevedeva, ne potrà prevedere gli standard  attuali:

due sale parto  e una sala operatoria contigua dedicate all’attività ostetrica-operatoria(parti cesarei d’urgenza.

Lei, che con tanto vigore, confortato da leggi vigenti puntualmente citate, ritiene illegittimo e pericoloso per la cittadinanza Giuliese uno sviluppo urbanistico confuso e approssimativo, concetto da me condiviso, applichi la sua intelligenza, visto che almeno Lei ne è dotato, a quanto Le ho succintamente tentato di illustrare.

Mi ripropongo, se e quando Lo vorrà, di entrare ulteriormente nei dettagli.

Sarà per me un doveroso piacere, perché conosco la Sua competenza e capacità di capire.

La saluto calorosamente.

Un Suo affezionato assistito:

Camillo Antelli.

P.S.

Tutto ciò, come anche lei capirà è collegato alla necessità di una nuova struttura, senza la quale affermare ciò che lei stesso afferma è puramente demagogico.

Camillo Antelli.