GIULIANOVA – Compleanno amaro e per di più in carcere. Ieri Giuseppe Santoleri ha compiuto sessantott’anni e non pensava certo di doverli c celebrare in carcere. Gli avvocati Carradori e Reitano sono andati di nuovo a trovarlo in carcere assieme al figlio e lo hanno trovato abbastanza sereno, anche se risponde poco alle domande ed alle sollecitazioni. Peccato, perchè, da quello che si è appreso, così come aveva fatto in occasione delle feste di Natale, Simone avrebbe voluto portarlo a mangiare in un ristorante proprio per festeggiare il compleanno. Ma le cose sono andate molto diversamente in quanto entrambi sono a Castrogno accusati dell’omicidio della pittrice Renata Rapposelli, rispettivamente madre ed ex moglie dei due. Ma, anche se lui non lo dice apertamente, è lo stato di salute a preoccupare i suoi avvocati, a tal punto che tra oggi e domani Carradori avrà un incontro con la dottoressa della divisione di Psichiatria dell’ospedale di Giulianova che l’aveva tenuto in cura più volte ed anche dopo che era esploso il caso e quando padre e figlio erano stati indagati. <Voglio tornare a chiedere alla dottoressa – ha detto Carradori – se il regime carcerario è compatibile con le condizioni di salute, soprattutto psicofisiche, di Giuseppe. Tra l’altro, l’avvocato aveva già messo in risalto che <quando i medici del reparto hanno più volte chiesto a Giuseppe di ricostruire i fatti che lo vogliono purtroppo protagonista, egli ha sempre ribadito di aver portato quel giorno Renata Rapposelli a Loreto. Lei le aveva chiesto di accompagnarla a casa sua ad Ancona ma strada facendo tra i due si era acceso un altro dissidio, per cui la pittrice era stata fatta scendere a Loreto. <I medici- ricorda Carradori – hanno sempre dichiarato che Giuseppe, alle sollecitazioni e alle domande cui era stato sottoposto, non aveva mi cambiato versione. La stessa sostenuta dal figlio Simone: <Sono partiti attorno alle due – racconta- mio padre ha paura dell’autostrada e come sempre ha preso la Statale, l’ho sentito tornare attorno alle cinque e mezza, ma non ricordo bene. Mi ha riferito che la strada non era molto trafficata ed in ogni caso non sono arrivati fino a Loreto>. Ed ecco la conferma di Giuseppe: < <Per strada abbiamo ripreso a litigare ed è stato così fino a quando non siamo arrivati vicino Loreto. Lei mi ha detto che non voleva più tornare ad Ancona ma voleva recarsi al Santuario per pregare, anzi mi ha invitato a seguirla ed andare a pregare con lei. Le ho detto di no, lei insisteva, ancora una discussione ed allora l’ho fatta scendere dalla macchina a circa tre chilometri da Loreto e sono tornato indietro>. Purtroppo, il giorno dopo essere tornato a Giulianova, Santoleri ha avuto il bisogno, accusando sintomi di depressione, di essere ricoverato proprio nella divisione di psichiatria dell’ospedale dove è rimasto tre giorni. Simone ha cercato sempre di tenere il padre al di fuori della storia <Purtroppo mio padre, un tempo operaio della Snam, spesso, avverte spesso queste crisi depressive ed è stato ricoverato più volte, è un tipo mingherlino, asciutto, non sarebbe in grado di far male ad una mosca>. Ma, secondo gli inquirenti, quel viaggio a Loreto, non ci sarebbe mai stato.