TERAMO – In più occasioni avrebbe abusato della figlia, allora minorenne, della compagna. Un’accusa che questa mattina, al termine dell’udienza preliminare davanti al gup Roberto Veneziano, è costata ad un trentasettenne indonesiano il rinvio a giudizio con la prima udienza del processo fissata per il 5 maggio. Nel corso dell’udienza preliminare la madre della ragazza si è costituita parte civile, con il gup che ha confermato la misura del divieto di avvicinamento alla giovane da parte dell’uomo. I fatti contestati al giovane risalgono ad un periodo che va dal 2014 al 2015, con la denuncia arrivata sul tavolo del pm Irene Scordamaglia che all’esito delle indagini aveva chiesto il processo per il 37enne. All’uomo vengono contestati sia la violenza sessuale, aggravata dall’età della ragazza, allora minore di 14 anni, e dall’abuso di relazioni domestiche e di coabitazione, sia la corruzione di minorenne aggravata oltre al reato di molestie. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini l’uomo, dopo aver in un primo momento palpeggiato la giovane, in più occasioni l’avrebbe costretta ad avere con lui rapporti sessuali. Ma non solo. Perchè in un’occasione si sarebbe anche masturbato davanti alla minorenne e le avrebbe inviato più volte immagini pornografiche tramite whatsapp oltre a messaggi nei quali la invitava a dormire da sola e senza slip. Accuse che adesso dovranno essere provate in aula.