Riunione in Comune, nel tardo pomeriggio di ieri, con i rappresentanti delle società  Giulianova Skyline e Diamond Group unitamente ai relativi tecnici, per fare il punto sui piani di recupero ex SADAM, prossimo all’avvio dopo la bonifica effettuata a partire dal 2009 ed il rilascio del permesso a costruire relativo al primo lotto, ed ex FOMA, il cui iter è in via di completamento. L’incontro, convocato dal sindaco Francesco Mastromauro, nell’occasione affiancato dall’assessore Alfonso Vella, dal dirigente Maria Angela Mastropietro e dal funzionario Fabrizio Iacovoni, ha avuto come obiettivo quello, dice il sindaco, di “attivare un fecondo dialogo con le due proprietà, mettendole in relazione tra loro e con l’Amministrazione comunale al fine di un più stringente coordinamento giacché si tratta di un intervento urbanistico importantissimo per Giulianova e che cambierà radicalmente, in meglio, quella che è un’area vastissima e nevralgica della città in abbandono da 25 anni e giunta ad un gravissimo e vergognoso degrado, indegno per una località a forte vocazione turistica”.

Proprio in considerazione dell’ampiezza e incisività dell’intervento, basato su un articolato programma edilizio, il sindaco ha ritenuto necessario un confronto su aspetti riguardanti la nuova pista ciclabile e la viabilità, con particolare riferimento alla riqualificazione di via Trieste, sui materiali da utilizzare per i manufatti, che dovranno essere a basso impatto ambientale ed energetico e ad alto contenuto tecnologico, comprese le essenze arboree previste per le aree e gli spazi verdi.

Ho ritenuto mio dovere puntualizzare alcuni aspetti e dare delle indicazioni, che hanno trovato accoglimento. Ho anche ottenuto dalla proprietà l’impegno alla eliminazione della barriera perimetrale affinché chiunque, passando, possa costantemente vedere la trasformazione in atto, seguire gli interventi passo passo, rendersi insomma conto di come muta quello che per tanti anni è stato un ricettacolo di rifiuti, un bivacco, un luogo popolato da ratti e serpenti. Una immagine sconfortante – conclude Mastromauro – che ha accompagnato i miei anni e quelli di tantissimi giuliesi, ma che finalmente verrà relegata tra i ricordi. Quelli più brutti”.