SONDAGGIO DELIBERATIVO A GIULIANOVA, un modesto contributo al dibattito
Carlo Di Marco
L’avvio delle pratiche del Sondaggio deliberativo a Giulianova ha destato un primo fiorire di commenti e si è aperto un dibattito. È un primo risultato! Parlare di democrazia (come farla, come organizzarla, con quali tecniche, con quali modalità ecc..) è già democrazia! Ma proprio per questo e per le sue stesse finalità la nostra associazione ha il compito di dare ulteriori elementi e, se consentito, qualche orientamento. Fra questi necessita, ci sembra, qualche chiarimento concettuale e metodologico. Tutto il resto verrà strada facendo.
Gli strumenti della partecipazione locale appartengono a due categorie: quella degli strumenti aventi una base giuridica poiché previsti e disciplinati dalle fonti normative comunali (Statuto e regolamenti); quella degli strumenti che non hanno questa base (almeno nel nostro Comune), come i sondaggi deliberativi, le giurie dei cittadini, i dibattiti pubblici, le conferenze dei cittadini e via elencando. Tutti gli strumenti appartenenti alle due categorie, quando attivati, concorrono a sostanziare il principio di sovranità popolare poiché presuppongono e prevedono l’intervento dei cittadini nelle decisioni politiche degli organi istituzionali.
Entrambe le categorie contengono strumenti di partecipazione che presentano un altro carattere comune: sono opinabili. Tutti! Essi, come qualsiasi fenomeno coinvolgente svariate collettività, presentano profili che possono essere criticati da molti punti di vista. È evidente che non lo sarebbero se non fossero attivati, sicché la soluzione sarebbe proprio nel non attivarli ma siamo persuasi, lo abbiamo detto, che parlare di democrazia e dei suoi strumenti anche criticandoli, sia già democrazia!
C’è un altro aspetto che accomuna tutti gli strumenti di partecipazione sopra richiamati: essi posso essere attivati anche dalla società civile e dalle sue libere forme associative. Compresi i partiti politici e le associazioni. Pertanto la creazione di un contesto di democrazia partecipativa che sicuramente è da costruire nella nostra Città, non è esclusivo compito della classe politica che governa, ma lo è anche della classe politica che non governa e di quella che neanche appartiene ai consessi istituzionali cittadini. Ne discende che attivare e far funzionare gli strumenti della sovranità popolare è un compito comune a tutta la classe politica. E un processo partecipativo meriterebbe di essere appoggiato e orientato a prescindere. Un discorso a parte meritano gli strumenti previsti dallo Statuto. Fino all’approvazione del regolamento di partecipazione, essi risultano ingessati e quindi inutilizzabili, ma l’approvazione del regolamento di partecipazione è un adempimento di legge, sicché sarebbe anche compito dei partiti (tutti) e delle formazioni sociali della Città pretenderne l’approvazione e l’entrata in vigore. Sembra evidente che il silenzio della maggioranza in tal senso sia certamente colpevole, ma anche quello delle minoranze e di tutte le formazioni politiche che operano nel tessuto sociale della collettività. Queste ultime, infatti, tacendo a loro volta si rendono un po’ complici della mancata approvazione di questo fondamentale strumento normativo. A Giulianova, cosa rarissima in tutto il centro-meridione dell’Italia, il regolamento in questione sta per essere portato in Consiglio comunale su iniziativa della maggioranza. Mi pare che sia un ottimo segno di innovazione che tutte le formazioni sociali e politiche dovrebbero salutare come un grande e qualificante punto di partenza.
Ultima considerazione di carattere concettuale sul bilancio partecipativo. Questo è un processo attraverso il quale la popolazione interviene annualmente in maniera diretta in varie fasi del percorso decisionale sull’utilizzo delle risorse dell’Amministrazione comunale (si richiama qualche autore: p. tutti, Bobbio, Allegretti, Carli, Sullo, Di Marco). Un’area deliberativa che ha il suo centro nell’importante ruolo di controllo e proposta svolto dai cittadini sui diversi documenti di bilancio. Solitamente, come è noto, l’intervento dei cittadini si concentra sui principali strumenti del bilancio: la Relazione previsionale e programmatica come principale documento politico, il Piano delle opere pubbliche, i Piani esecutivi di gestione. Esso si articola in tre fasi: la prima (marzo/giugno) attraverso assemblee aperte a tutti; la seconda (luglio/agosto) si articola in attività più specialistiche (tavoli di lavoro) nelle quali si attivano rappresentanze elette dalle assemblee della prima fase; nella terza (settembre/dicembre) i rappresentanti eletti nella prima fase ridiscutono la scala delle priorità e insieme agli organi istituzionali del Comune scrivono la proposta di bilancio preventivo e la relazione previsionale e programmatica. Come si vede, il Bilancio partecipativo non si risolve in un’assemblea dei cittadini per quanto affollata essa possa risultare. In riferimento a questo argomento, tuttavia, lo Statuto del Comune di Giulianova prevede le procedure di bilancio partecipativo all’art. 9, 2° co. e la bozza di regolamento di partecipazione, sulla quale abbiamo avuto il piacere e l’onore di lavorare, all’art. 86 prevede e disciplina i percorsi di bilancio partecipativo.
Detto questo, con la convinzione di aver dato un utile contributo, si resta a disposizione di tutte le forze politiche e sociali che vogliano richiedere l’intervento della nostra associazione per approfondimenti, studi e seminari sulle tematiche e sulle pratiche della partecipazione e della democrazia.