La Squadra Mobile della Questura

di Pescara ha dato esecuzione oggi a ordinanze di custodia

cautelare in carcere, emesse dal Gip Luca De Ninis, su richiesta

del Sostituto Procuratore Barbara del Bono, nei confronti di tre

campani residenti da tempo a Pescara: si tratta di Arturo

Santillo, 34 anni, nato a Mugnano (Napoli); Vincenzo

Scognamiglio (33), e di Ciro Granieri (24), nati a Napoli,

accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze

stupefacenti ed estorsione.

 

   L’indagine della Mobile era stata avviata lo scorso 9 luglio,

grazie alle dichiarazioni di uno spacciatore pescarese –

attualmente oggi in carcere, ma comunque da tempo collaboratore

degli inquirenti – che aveva deciso di uscire dal giro

denunciando i propri fornitori. Le cose erano andate bene fino

allo scorso 4 giugno quando lo spacciatore non era riuscito a

rivendere sulla piazza pescarese quattro chilogrammi di

marijuana per una cifra di 15 mila euro: da quel momento

iniziarono le intimidazioni del terzetto nei confronti del

giovane che era riuscito solo a saldare tremila euro. La svolta

qualche tempo dopo quando lo spacciatore, d’accordo con la

polizia, decide di incontrare i tre per il pagamento della somma

residua. Durante l’incontro in un rimessaggio nautico lungo il

fiume Pescara, scatta la trappola, con l’intervento in flagranza

degli agenti che arrestano Arturo Santillo. Successive indagini

hanno permesso di accertare la responsabilità degli altri due

campani, arrestati successivamente. Indagato nell’indagine anche

il padre di Arturo Santillo.

   Come ha spiegato il capo della Mobile, Pierfrancesco Muriana,

i tre arrestati gestiscono un distributore di benzina in pieno

centro a Pescara. Il collaboratore dei poliziotti nel corso

dell’inchiesta ha permesso agli agenti di recuperare in un

casolare abbandonato due chilogrammi di marijuana. (ANSA).