Lo aspettavano a casa per il pranzo. Non l’hanno visto arrivare ed allora il figlio si è recato in fabbrica per vedere se il padre fosse ancora lì e il motivi del ritardo. Una scena agghiacciante si è presentata ai suoi occhi quando ha visto il corpo del padre penzolare al cappio di una corsa nella baracchetta che si trova nell’azienda. Un tuffo al cuore, un’angoscia indicibile, un urlo soffocato di aiuto. Poi l’urlo dalla bocca è uscito e così il giovane ha potuto chiedere aiuto per fare in modo che arrivassero i soccorsi, ma per il padre, Vincenzo Sfrattoni, di 60 anni, non c’era più niente da fare. E’ morto per asfissia da soffocamento. Una vita di lavoro, una vita di sacrifici ma questo non era bastato a fronteggiare la crisi che da anni incombe sulle aziende, sul mondo del lavoro e , di riflesso, sulle famiglie. Le cose per la sua piccola impresa edile non andavano più bene e lui ne soffriva. Ha sofferto per questo, era andato in depressione si era chiuso, forse non ne parlava più in famiglia e, del resto, sulle cause alla base del gesto non ci sono dubbi. In quanto ha affidato ad un biglietto il messaggio di scuse per i famigliari e la grande sofferenza che gli derivava dal non poster continuare come aveva sempre fatto, in maniera semplice e dignitosa, come aveva voluto e, per questo aveva sempre lavorato. . Dopo l’arrivo dei carabinieri della stazione di Roseto per gli accertamenti di rito, la salma è stata composta nell’obitorio del cimitero di Roseto a disposizione dei famigliari. Le cronache raccontano che tra il 2012 e i primi tre mesi del 2013 121 persone si sono tolte la vita per cause legate direttamente al deterioramento delle condizioni economiche personali o aziendali, il 40% in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. E’ uno dei dati allarmanti riportati nel report a cura di Associazione Società Informazione Onlus e promosso dalla Cgil, che è stato presentato nei giorni scorsi a Roma. , aggiungendo che .