Commercio ed edilizia sono stati i
settori più colpiti dalla crisi nel triennio 2008-2010. Alla
luce dei dati forniti dall’Ufficio Studi della Camera di
Commercio,
e riferiti ai primi nove mesi degli anni 2008-2010,
il saldo tra imprese iscritte e cessate fatto registrare proprio
nei due settori produttivi è particolarmente negativo. E’
questo, in estrema sintesi, il principale dato che emerge dal
dossier economico preparato dall’Ordine dei Dottori
Commercialisti ed Esperti contabili di Teramo, presentato alla
stampa questa mattina. All’incontro erano presenti il presidente
Luigi Montironi ed i consiglieri Alberto Davide, Franco Benini e
Walter Strozzieri.
Nel triennio in esame, infatti, quasi il 20% delle attività
commerciali ha cessato la propria attività, con un incremento
negativo a partire proprio dal 2008, quando sono state chiuse
212 attività commerciali. L’anno, invece, di maggiore
difficoltà del comparto edile è stato il 2009, con la
cessazione di 63 imprese. Il comparto industriale, che secondo
la classificazione della Camera di Commercio include anche le
imprese di trasformazione alimentare, ha fatto registrare nel
periodo in esame un significativo – 11.96%. Male anche le
imprese agricole, con un calo dell’8,98%. A crescere nel
triennio è solo il terziario, che include le società di
consulenza, associazioni, studi di professionisti, imprese di
assicurazioni: + 13,70%.
L’edilizia ha nel 2010 il primato anche per quanto concerne i
fallimenti. Sono state infatti proprio le imprese edili a fare
registrare nel 2010 il numero più alto di procedure aperte,
circa il 32% del totale. Nella black list anche il commercio con
il 16%, e la Piccola e media impresa (15%). Seguono i servizi
(8%), il settore agro-alimentare (5%), ed altri comparti
produttivi (3%).(ANSA).