“Logica vorrebbe – scrive

Lanfranco Venturoni – che io restassi in silenzio, ad aspettare il correre

degli eventi, a continuare a preparare i dettagli di una

‘difesa’ della quale continuo a non sentirmi obbligato, perché

io so di non avere mai commesso un atto, non uno, per il quale

io debba difendermi. Sento in queste ore la sofferenza attorno a

me.

Perché io, oggi, sono ‘il cattivo’, l’assessore regionale

salito agli onori delle cronache nazionali per aver esposto, la

sua Regione, a un ‘nuovo scandalo’ giudiziario, contribuendo a

trasmettere dell’Abruzzo e di noi abruzzesi, un’  immagine che

non ci appartiene e che ci mortifica ingiustamente”.

   L’ex assessore regionale alla sanità ribadisce di non essere

attaccato alla poltrona: “Voi sapete quanto, nella mia storia

politica, le “poltrone” siano state per me strumenti del fare,

mai posizioni dell’apparire; così come sapete, fin troppo bene,

con quanta facilità io abbia saputo imboccare la porta, quando

sentivo venir meno la possibilità di agire per il Bene Comune.

Così, arrivo allo scopo vero di queste mie righe, che è uno

scopo che pretende l’ufficialità della parola scritta e la

serietà degli atti certi, in un momento nel quale tutti

sembrano impegnati a confondere la politica in un magma

indefinito: io mi dimetto”. (ANSA).