‘Il direttore generale della Asl

di Teramo, Varrassi, adducendo motivazioni che suscitano piu’ di

una perplessità, è intervenuto con ben tre delibere

successive, correggendo ‘per mero errore materiale di

trascrizione’ l’iniziale assetto organizzativo aziendale

provvisorio”:

è quanto dichiara, in una nota, il vice

capogruppo dell’Idv in Consiglio regionale d’Abruzzo, Cesare

D’Alessandro, che chiede spiegazioni al presidente della Regione

e commissario alla Sanità, Gianni Chiodi, con un’interpellanza.

   “Il 2 marzo scorso – prosegue D’Alessandro – Varrassi è

nuovamente intervenuto sull’assetto aziendale provvisorio,

inserendo nell’ambito del dipartimento delle Discipline

Chirurgiche, l’Unità operativa semplice a valenza

dipartimentale denominata ‘Endoscopia Urologica Giulianova'”.

   “Va detto al riguardo – ricorda l’esponente dell’opposizione

– che i Giudici della Suprema Corte, con sentenza n.361 del 13

dicembre 2010, hanno confermato la potestà legislativa dei

Consigli regionali anche in presenza di commissari ad acta

nominati dal Governo; pertanto, eventuali modifiche al Piano

Sanitario possono essere apportate solo con legge regionale,

fonte di pari grado”.

   Il consigliere IdV, nella sua interpellanza che attiene

l’organizzazione sanitaria della Asl di Teramo, formula una

serie di richieste al presidente della Regione.

   “Da Chiodi vogliamo sapere: com’é stato possibile, in

assenza di un nuovo Piano Sanitario, stravolgere i servizi

sanitari disponibili per i cittadini. In particolare, ciò che

é avvenuto con la chiusura dell’Utic e il ridimensionamento di

Urologia, che hanno provocato dure prese di posizione e proteste

delle comunità locali. Com’é stato possibile, nell’ambito del

dipartimento di Prevenzione, determinare la declassificazione

del servizio di Tutela della Salute nei luoghi di lavoro e del

servizio Veterinario di igiene degli alimenti di origine

animale, a unità operative semplicI, nonostante il Piano

Sanitario in vigore le identifichi come unità operative

complesse”.

   Infine, conclude l’esponente Idv, “vogliamo sapere com’é

stato possibile, sempre nell’ambito del dipartimento di

Prevenzione, che il servizio di Igiene degli alimenti e della

nutrizione, regolarmente strutturato come unità operativa

complessa, sia stato beneficiato, unico caso in Italia, di tre

unità operative semplici (Educazione sanitaria nutrizionale,

Ristorazione collettiva, Sorveglianza alimentare) che non sono

previste dal Piano Sanitario Regionale, il quale, per questo

servizio, prevede invece l’organizzazione di altrettante unità

che vengono chiamate: Igiene degli alimenti, Igiene della

nutrizione; Acque potabili. (ANSA).