L’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso e tutti gli imputati del processo “Housework” sono stati assolti per non aver commesso il fatto in relazione ai 25 capi di imputazione per i quali la Procura di Pescara aveva chiesto per D’Alfonso una pena di 6 anni di reclusione. Al termine della lettura del dispositivo fatta dal giudice Antonella Di Carlo nell’aula del tribunale di Pescara gremita in ogni fila dei sostenitori di D’Alfonso è scoppiato un fortissimo applauso. “Questa sentenza ha certificato la correttezza e l’onestà della mia amministrazione”, dice all’ANSA un commosso Luciano D’Alfonso, ex sindaco Pd di Pescara, assolto su tutta la linea dopo un processo durato quattro anni per presunte tangenti. “Avevo fiducia nella magistratura, sapevo di essere accusato di falsità e non avevo dubbi che la sentenza mi avrebbe restituito la mia dignità”, ha concluso D’Alfonso che ha atteso fuori Pescara e attorniato dalla sua famiglia la sentenza. Assolti poi l’ex braccio destro di D’Alfonso, Guido Dezio; l’ex dirigente comunale Giampiero Leombroni; l’imprenditore Massimo De Cesaris; Angelo De Cesaris; Alberto La Rocca; l’imprenditore Rosario Cardinale; l’avvocato Marco Mariani; Francesco Ferragina; l’ex direttore generale del Comune, Antonio Dandolo; l’ex portavoce di D’Alfonso, Marco Presutti; l’ex dirigente comunale Pierpaolo Pescara; il dirigente Marco Molisani; Giacomo Costantini; Enzo Perilli; Fabrizio Paolini; Nicola Di Mascio; Pietro Colanzi; Luciano Di Biase; Vincenzo Cirone; Giampiero Finizio; Vincenzo Fanì. Secondo l’accusa, in particolare D’Alfonso sarebbe stato “capo e promotore” dell’associazione per delinquere, il cui scopo finale sarebbe stato quello di “commettere una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica ed il patrimonio” volti “‘al reperimento di risorse per l’ arricchimento personale, per il finanziamento dell’attività politica di Luciano D’Alfonso e per la propaganda presso i potenziali elettori in favore del sindaco”. Oggi la completa assoluzione.

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