C’era una volta la festa. E pensiamo a Gabriele Filipponi, vice sindaco ma da sempre “sindaco” di Colleranesco, e non sappiamo se questa festa gli piaccia ancora o se si sia stufato.

Non lo sappiamo perché non possiamo apprezzare alcuna iniziativa in merito. Non importa nemmeno chi faccia parte del comitato, se ci sia ancora l’onnipresente  Piccinini, forse mancante di alternative (come il calcio, del resto, ma non quello di Colleranesco, che invece va bene). Questa festa, slabbrata e  dimenticata in una serie infinita di date che cambiano ogni anno e che sviliscono di significato sia il momento religioso che ludico. Ancora quella corsa di biciclette, sempre uguale e sempre quella, nelle strade periferiche di una periferia periferica e quei poveri giostrai abbandonati al loro destino senza l’odore  delle noccioline tostate(che sono lontane) o della porchetta al cui rivenditore piace giustamente stazionare davanti alla chiesa dove c’è più traffico. E come fanno i parroci che si sono succeduti negli ultimi tempi a vedere sballottato il povero San Giuseppe, già padre putativo, da una data all’altra assecondando non sappiamo quali necessità. Se si vuole ridare dignità a questa antica festa di Colleranesco si torni all’antico proprio quando tutto si modernizza. Si ritorni al 19 marzo e basta, vada come vada anche perché non è cambiando le date che si ha la benevolenza del tempo. Può piovere il 15 maggio ed essere bello il 19 marzo o viceversa. Altrimenti questa festa sempre più per pochi intimi non  ha storia. E ci sono due storici incalliti in zona che questo dovrebbero saperlo bene pre far sentire la loro voce, due cittadini al di sopra del gruppo, Palandrani e Galantini. Li aspettiamo e per intanto, buona domenica.

F.M.