I  atto: lo scambio dei ruoli
Venti giorni fa il problema del sindaco era di rimpiazzare l’assessore Mastrilli dimissionario.
Lo complicò annunciando l’azzeramento di tutta la Giunta, le dimissioni dell’amministratore unico di Julia Rete, il suo ingresso in giunta come nuovo assessore al Bilancio al posto di Fabio Ruffini e tanto altro.
Poi ha concesso solo cinque giorni ai partecipanti alla gara per la nomina del nuovo amministratore di Julia Rete.
Quindi, confermando le indiscrezioni trapelate, ha nominato l’ex assessore Ruffini alla guida della società partecipata del Comune (Julia Rete).
Sui giornali abbiamo letto che, dopo la chiusura dei termini per la presentazione dei curricula, “sono bastate poche ore al sindaco perché scegliesse, tra i nove partecipanti, la persona a cui conferire l’incarico fiduciario che però tiene conto dei titoli”.
Si direbbe, insomma, per stare ai fatti, un esito già scritto prima dello svolgimento della parvenza di gara.
Chiediamo:
  – Davvero, si pensa, che la politica possa riguadagnare la fiducia dei cittadini con questi 
    comportamenti?
  – Da dove trae fondamento la prassi che chi fa politica deve sempre avere un incarico retribuito da
    qualche parte?
  – Come è possibile che nelle istituzioni  si possa passare tranquillamente da un incarico all’altro?
  – Se Vanni stava facendo bene alla Julia Rete, come risulta, perché non lo si è fatto  continuare?
  – E se Ruffini viene giudicato in maniera positiva come amministratore perché non lo si è lasciato in 
    giunta?
  – E’ razionale cambiare continuamente incarico vanificando i frutti dell’esperienza?
  – A Ruffini in circa sei anni è stato cambiato per ben quattro volte l’incarico (dall’urbanistica al
    commercio, quindi al bilancio come assessore, ora, uscendo dalla giunta, amministratore di Julia
    Rete).
Qui non è in questione la qualità delle persone ma il metodo usato dal sindaco, già adottato con esiti disastrosi nella vicenda CIRSU.
Il metodo è quello per cui i cittadini ormai vedono i partiti come “la casta”.
Riteniamo, invece, che la politica non debba servire per sistemare le persone, bensì per ben amministrare, ricordandosi della meritocrazia e delle competenze sin dall’inizio di un mandato.
E riteniamo, altresì, che per riavvicinare i cittadini alla politica e alle istituzioni non solo occorra smettere i comportamenti da “casta” ma vadano accuratamente evitati anche quelli che rischiano di darne l’impressione.
           II atto: dietrofront
L’ex assessore Ruffini non può fare l’amministratore di Julia Rete.
Si saranno pentiti? nemmeno per sogno, hanno scoperto che la legge non lo consente!
Infatti: “non possono essere nominati amministratori di società partecipate da Enti locali coloro che nei tre anni precedenti abbiano ricoperto cariche negli Enti locali stessi”.
Il sindaco l’ha scoperto solo dopo l’ufficializzazione della nomina fatta in conferenza stampa.
I nostri amministratori zoppicano, quindi, pure sulla competenza.

Giulianova 6 maggio 2012                         
                                                           Il Cittadino Governante  associazione di cultura politica