Passa per l’Università e

l’ospedale di Chieti una scoperta che potrebbe aprire la strada

a nuovi farmaci in grado di bloccare la diffusione del cancro

del pancreas: una ricerca ha identificato uno dei

possibili meccanismi responsabili dello sviluppo di tale

patologia.

   Lo studio, pubblicato dalla prestigiosa rivista

scientifica Clinical Cancer Research, è stato guidato dal

professor Marco Falasca del Barts and The London School of

Medicine and Dentistry, Queen Mary University of London, in

collaborazione con il dottor Federico Selvaggi dell’Università

“D’Annunzio” e il professor Paolo Innocenti, direttore della

Patologia Chirurgica dell’Ospedale di Chieti nonché del

Dipartimento di Scienze chirurgiche sperimentali e cliniche

dell’ateneo teatino.

   In questa ricerca è stato trovato per la prima volta un

legame tra una proteina, P110gamma, e il tumore del pancreas. I

ricercatori hanno scoperto il legame con P110gamma studiando se

particolari proteine sono collegate alla crescita cellulare nel

tessuto pancreatico normale che in quello tumorale. Circa la

metà di tutti i tipi di cancro sono legati ad alterazioni della

funzione svolta da un membro di una famiglia di queste proteine

a cui appartiene p110gamma, chiamata fosfoinositide 3-chinasi.

Questa proteina potrebbe essere utile per lo sviluppo di nuovi

trattamenti o per consentire una diagnosi più precoce della

malattia. La questa ha evidenziato che in circa tre quarti dei

tumori pancreatici sono presenti alti livelli di P110gamma.

   Negli esperimenti di laboratorio, quando la produzione di

questa proteina è stata bloccata, si è manifestata

contemporaneamente l’interruzione della crescita delle cellule

cancerose. “Sebbene non tutti i tessuti tumorali mostrino alti

livelli di P110gamma, ciò avviene in un’alta percentuale di

casi – afferma Marco Falasca, docente in farmacologia

molecolare. – Il fatto che le cellule tumorali del pancreas

abbiano bisogno della proteina P110gamma per crescere, dimostra

che questa proteina ha probabilmente un ruolo chiave nella

progressione della malattia e ciò la rende un potenziale

bersaglio per lo sviluppo di nuovi trattamenti”.

   “Abbiamo inoltre scoperto inoltre che la proteina P110gamma

é presente ad alte concentrazioni nei pazienti affetti da

pancreatiti croniche – aggiunge il dottor Federico Selvaggi -. I

pazienti con questa malattia hanno un rischio maggiore di

sviluppare il cancro del pancreas e questo suggerisce che la

P110gamma potrebbe entrare in gioco a uno stadio precoce della

malattia. Se questo è il caso, potrebbe essere usata per

facilitare una diagnosi precoce o come segnale per monitorare la

progressione della malattia e l’efficacia del trattamento”.

(ANSA).