Non c’è dubbio che la grave crisi finanziaria in cui versa l’Italia nel contesto della crisi internazionale e le scelte penalizzanti del governo Berlusconi stanno mettendo sempre più in difficoltà i comuni. Ma è proprio in momenti come questi che i bravi amministratori emergono, affrontando con soluzioni adeguate tutte le cause locali che aggravano le conseguenze dei diminuiti trasferimenti statali. Nel Bilancio comunale, che per legge deve essere costantemente in pareggio, è fondamentale adottare una politica delle Entrate rigorosa ed equa ed una politica della Spesa oculata e responsabile.

 

A Giulianova, nonostante le gravi difficoltà oggettive, ci sono ancora i margini di manovra per mettere mano a scelte strutturali in grado di tenere in equilibrio il Bilancio comunale e garantire livelli accettabili dei servizi e della qualità urbana.
Si sarebbe potuto e dovuto fare da tempo. Ma qui c’è, invece, un deprecabile vezzo a fare il contrario: gli amministratori non si impegnano a far entrare nelle casse comunali tutto quello che è dovuto, impiegano in maniera allegra e irrazionale le risorse pubbliche e, addirittura, pretendono anche di spendere molto per opere pubbliche spesso inutili o malfatte. Risultato: un buco finanziario di oltre quattro milioni di euro.
Puntualmente, poi, si tirano sempre fuori da ogni responsabilità e, lamentandosi, addossano la colpa solo ad altri (gli amministratori del passato, l’alluvione, il governo, la regione).
Autocritica? Nessuna. I provvedimenti che sanno prendere? I soliti, i più facili ed illogici: vendere il patrimonio pubblico, ma non quello inutile o in perdita. Questa volta, ad esempio, si vendono la farmacia comunale (che oltre a dar lavoro a 6 persone, fa guadagnare 150-200 mila euro l’anno e può ancora crescere) e le aree destinate alla costruzione di alloggi a basso costo. E, come è già successo con la scuola elementare Acquaviva, non puntano a creare, almeno, le condizioni per far guadagnare al Comune il più possibile, ma rischiano la svendita: hanno, persino, bocciato le nostra richieste di indicare una base d’asta più congrua (4 milioni di euro, invece di 2 milioni e mezzo) e di aggiudicare la gara per la vendita solo in presenza di almeno due offerte. Non è un comportamento strano per coloro che dovrebbero essere i difensori degli interessi generali?
Il Cittadino Governante ha provato a proporre, con un’analisi accurata delle poste in entrata e in uscita, una manovra alternativa che avrebbe evidenziato i punti deboli e proposto misure più idonee per riequilibrare il Bilancio ed evitare la vendita della farmacia comunale e dei terreni di Via Cupa. Ma al nostro rappresentante in consiglio non è stato consentito di poterla illustrare compiutamente.
Lo faremo, allora, incontrando i cittadini in un’assemblea pubblica per poter loro illustrare, in maniera approfondita e dettagliata, i motivi veri che hanno condotto il Comune in questa grave situazione finanziaria e le contromisure per rimettere in sesto il Bilancio comunale e governare meglio la città. L’incontro, primo esempio di Bilancio Partecipato a Giulianova, si terrà sabato 15 ottobre presso il Kursaal alle ore 17:30.
Il cittadino governante