Clamore a Giulianova per il secondo intervento della  magistratura teramana che  entra ancora,  a distanza di meno di un mese.  nelle vicende urbanistiche della città.  Dopo i 14 avvisi di garanzia per la lottizzazione Migliori.-Longari, vicend anella quale sono coinvolti ex consiglieri ed atuali assessori all’epoca dei fatti consiglieri, ieri ne sono arrivati altri  otto, che non interessano né consiglieri e né amministratori e riguardano la costruzione di palazzo Gavioli sul lungomare Zara. Gli indagati sono  Dino e Nino Gavioli, in qualità  di amministratori della , società titolare della licenza di costruzione, Walter Di Domenico, in quanto legale rappresentante della società esecutrice delle opere in cemento armato, Luciano Lenzi e Mario Maurizio Nori perchè eseguivano, in concorso con Dino Gavioli, i lavori di costruzione del fabbricato , ed ancora Roberto Olivieri, Raffaele Raiola, assieme a Dino Gavioli . Coinvolto anche il tecnico  comunale Flaviano Core, perché e in questo caso Di Gavioli assume per il Pubblico Ministero Silvia Scamurra il ruolo di . Gli indagati hanno quasi tutti già nominato i legali di fiducia, Nico Gavioli ha  scelto Luca Gentile, Walter Di Domenico si è affidato a Giuseppe Di Giandomenico, Dino Gavioli a Guglielmo Marconi e Pietro referenza, Luciano Lenzi a Giuseppe Di Giandomenico, Maurizio Mario Nori a Lino Nisii e Lorenzo Santoni, Devono ancora far pervenire i nomi del rispettivi difensori i tecnici Roberto Olivieri, Raffaele Raiola e Flaviano Croce. Sì al parco al posto dell’edificio Gavioli era stato espresso da parte dei condomini del per risolvere non solo la vecchia ed improduttiva vertenza tra privati ma anche per dare la possibilità di avere, sul lungomare monumentale, un parco che torni a  dare lustro la Kursaal e poter contare su un polmone di verde che , debitamente attrezzato, risulterebbe il più bello della città. La proposta era stata avanzata dal sindaco Francesco Mastromauro direttamente ai tecnici della ditta Gavioli. Dino Gavioli dovrebbe cedere al Comune l’area con il manufatto sinora realizzato e il costruttore avrebbe in permuta un terreno di proprietà comunale sul quale costruire un altro edificio ma la conclusione delle indagini con gli avvisi di garanzia sembra al momento cancellare questa possibilità.