Trenta anni di reclusione è la
condanna richiesta dai pubblici ministeri Gabriele Ferretti e
Roberta D’Avolio nei confronti dei tre rom accusati
dell’omicidio volontario aggravato di Emanuele Fadani,
imprenditore 38enne di Alba Adriatica, ucciso l’11 novembre
2009.
La richiesta è stata avanzata nella prima udienza del
processo con il rito abbreviato in corso dinanzi al gup del
tribunale di Teramo, Giovanni De Rensis.
Fadani fu ucciso all’esterno di un pub di Alba Adriatica
(Teramo), con un pugno alla testa, al culmine di una discussione
cominciata all’interno del locale. Del Delitto sono accusati i
cugini Danilo ed Elvis Levakovic e Sante Spinelli, tutti tra i
20 ed i 25 anni. I primi due sono rinchiusi in carcere per la
vicenda; mentre Spinelli è libero per questa imputazione, ma
detenuto per altra causa.
Dopo la requisitoria dei pm, sono in programma le arringhe
delle parti civili, poi le conclusioni delle difese: la sentenza
é prevista nella seconda udienza, fissata al 19 aprile. Il
processo si svolge in un tribunale blindato, con forze di
polizia e carabinieri e un folto pubblico di parenti e amici
della vittima, ma anche di numerosi componenti della comunità
rom di cui fanni parte i tre imputati.
A Marzo fu respinta la richiesta di costituzione di parte
civile del Comune di Alba Adriatica; ha invece accolto quelle
dei famigliari della vittima (la moglie, la figlioletta, la
madre e i due fratelli), oltre che dell’amico che quella sera si
trovava con Emanuele durante l’aggressione mortale.(ANSA).