Il dialetto fa parte del bagaglio culturale che ognuno di noi porta sulle spalle ed è l’inevitabile segno che ci fa dire che apparteniamo a un certo luogo, a un certo tempo e che ci identifica e ci colloca nel posto preciso della nostra storia personale. Per portare l’attenzione sull’importanza dei dialetti (con particolare attenzione a quello giuliese), nella formazione e nella diffusione dell’italiano contemporaneo e dell’identificazione dell’italiano nell’italiano (nelle rispettive accezioni di lingua e di cittadino), l’Associazione culturale Gruppo Oraõ organizza un conference-reading giuliese (conferenza + reading in dialetto giuliese) dal titolo “Titt’l titt’ ti – Le ragioni del dialetto negli italiani contemporanei”. L’appuntamento, fissato per domenica 23 giugno alle ore 18:00 presso la Sala Buozzi di Giulianova Paese, sarà presieduto dalla demoetnoantropologa Alessandra Gasparroni e dallo scrittore Mattia Albani, e lascerà ampio spazio a letture di opere in vernacolo locale dei poeti Bernardino Dell’Aguzzo e Dante Di Pompeo e dello scrittore Domenico Trifoni.

            Le lingue locali e i dialetti parlati in Italia sono centinaia, per non dire migliaia. Ogni comune italiano ha il suo idioma, il suo accento, la sua inflessione linguistica; e ognuno è simbolo delle nostre radici e della nostra storia.

            Il dialetto rappresenta la nostra etichetta, le nostre radici, la nostra carta d’identità. Attraverso esso esprimiamo i nostri pensieri, i nostri sentimenti, i nostri stati d’animo. E’ il mezzo che ci unisce nel confronto, nel dialogo, nello scambio di idee. Dà nuova forma alle parole, riesce a rendere l’idea prima ancora di ridurla in termini precisi, a volte armonizza e a volte indurisce.

            Il dialetto è l’espressione di un popolo, è come un abito fatto su misura, è come una spugna che assorbe fatti, episodi, luoghi, persone e che restituisce fatti, episodi, luoghi, persone con profilo e identità precisi ma soprattutto con un’anima e, nel nostro caso, con la nostra anima giuliese.

            Amare il dialetto, usarlo nel nostro quotidiano, insegnarlo ai nostri figli, significa amare noi stessi, significa essere possessori di una grande eredità: l’eredità della nostra storia.