(ANSA) – L’AQUILA, 21 OTT – L’Abruzzo rappresenta il nodo

nazionale di smercio dei vari flussi di eroina importati dai

Balcani. Ne sono sicuri gli inquirenti della direzione nazionale

antimafia ed è anche per questo che, nell’agosto 2012, il

procedimento sfociato questa mattina nell’operazione “Ellenika”,

con 71 arresti in tutta Europa, due terzi dei quali avvenuti in

questa regione, è stato trasmesso per competenza territoriale

alla procura distrettuale antimafia dell’Aquila. 

   Qui è stato accertato lo spessore criminale del gruppo

facente capo alla famiglia Gargivolo di Pescara capace, nel

corso di 8 anni, di importare e smerciare diverse centinaia di

chilogrammi di eroina. Tra i sequestri, 500 chilogrammi di

marijuana e 200 di eroina e campionature di cocaina in vista di

un allargamento del traffico.

    Il sostituto procuratore Picardi ha citato il magistrato

Giovanni Falcone, “mi piace ricordare che consigliava di non

leggere un episodio come isolato ma di collegarlo sempre al

contesto. Abbiamo fatto questo – ha proseguito – e attraverso un

lavoro sinergico siamo riusciti a collegare tutti i vari

sequestri avvenuti in Abruzzo”.

    La Picardi ha aggiunto che “la famiglia Gargivolo dal 2005 è

stata sempre operante, reggeva le fila dello spaccio di

marijuana ed eroina in Italia, e sequestri ci sono stati anche

nel 2013: il fine ultimo era far arrivare la droga in Abruzzo

per poi spacciarla in Italia”.

    Tra gli episodi citati, quello in cui “il carabiniere

infiltrato e il collaboratore di giustizia sotto copertura hanno

portato fisicamente la droga fino in Abruzzo”. Il comandante

abruzzese dei carabinieri, il generale Claudio Quarta, ribadendo

che “due terzi degli arrestati sono abruzzesi” ha evidenziato il

fatto che “per questo due terzi dell’attività di oggi se la sono

sobbarcata i quattro comandi provinciali dell’Arma in

Abruzzo”.(ANSA).