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Symbolum, i segni nella cristianità è il titolo della XV° edizione

Veronica Mattiucci e Gianmarco Laurenzi nelle vesti di Maria e Giuseppe

Per il secondo anno consecutivo, nessun nativo di Giulianova nella culla di Gesù

Ieri, nella sala consigliare della Città di Giulianova, è stata presentata agli organi di stampa la XV° edizione del Presepe Vivente di Giulianova. La manifestazione si svolgerà nel cuore del centro storico giuliese, il 26 dicembre 2010, dalle ore 18:00 alle 22:00, con ingresso libero. In caso di maltempo, la manifestazione sarà spostata al 2 gennaio 2011.

Erano presenti: Francesco Mastromauro, Sindaco di Giulianova; Luciano Crescentini, Assessore alle Manifestazioni e Pubblica Istruzione; Alessandro Giorgini, Consigliere Comunale e Delegato al Centro Storico; Domenico Canazza, Regista; Don Domenico Panetta, Parroco del Duomo di San Flaviano.

L’edizione di quest’anno – dichiara il Regista giuliese, Domenico Canazza –  sarà intitolato Symbolum, i segni nella cristianità, La parola simbolo deriva dal termine latino “symbolum”, con il quale si designava la “tessera hospitalitatis”, cioè un contrassegno che serviva a comprovare l’ospitalità data e ricevuta. L’evento – continua il regista – sarà preceduto dal corteo dei figuranti, che si snoderà su Corso Garibaldi. La XV° edizione del presepe vivente – conclude Canazza – è possibilità d’incontrare e conoscere questo importante momento con il linguaggio dei simboli, come ci suggerisce il presepe vivente in questa 15° edizione.Gesù Bambino, come in ogni edizione, sarà impersonato da più bambini, in modo che posso essere alternati per via del freddo. Come tradizione, i bambini sono tutti di famiglie giuliesi e per la seconda volta nati fuori dal Comune di residenza, visto la chiusura del punto nascita dell’Ospedale Civile di Giulianova nel giugno del 2008. I loro nomi sono:

1) Lorenzo Luzi, nato il 28 settembre 2010 a Teramo, figlio di Mirco e Lorenza Esposito, abitano nella parte alta della città.
2) Vittorio Sperduto, nato il 22 ottobre 2010 a Atri, figlio di Massimiliano e Arianna Marozzi, abitano nel quartiere dell’Annunziata.
3) Andrea Di Marco, nato il 26 ottobre 2010 a Teramo, figlio di Piero e Alessandra Belisari, abitano nella parte alta della città.

Per la Sacra Famiglia, per la prima volta, è stata fatto una selezione attraverso un bando. Maria (Madre di Gesù): per la prima volta la Madre di Gesù sarà impersonata da una ragazza di Roseto degli Abruzzi, per la precisione della frazione di Cologna Spiaggia. La scelta è ricaduta su Veronica Mattiucci, 15 anni, iscritta al 2° anno Liceo Scientifico di Giulianova. Giuseppe (Padre di Gesù): la figura maschile per la 15° volta consecutiva è di Giulianova, la scelta è ricaduta su  Gianmarco Laurenzi, 22 anni, iscritto al 3° anno Giurisprudenza all’Università di Teramo, vive nel cuore del centro storico.

Sono circa 220 figuranti che, distribuiti su 19 scene, abbracceremo quasi tutte le vie del centro storico. L’inizio del percorso è su Corso Garibaldi, lato sud della città (zona Belvedere). Queste le varie tappe, rigorosamente recitate da attori professionisti e non. Symbolum, Segni-Stella, Corona, Tavole della Legge, Colori-Rosso, Bianco e Oro (tutte su C.so Garibaldi); Fiori-rosa, giglio e iris (tutte su Via Acerbo); Numeri-1/2, 12/40 e 3/7 (Piazza Buozzi); Forme-quadrato, cerchio e triangolo (Via Ciafardoni); Piante-alloro e olivo (Via Braga); Palma (Via Cavour); Frutti-Mela, melagrana e uva (Via San Pietro); Animali-colomba (Piazza Dante); Agnello (Via della Rocca); Serpente (Via Cadorna); Simboli-pesce e ihs (Via Toti); Chi Ro (Via della Rocca); Natività (Via della Rocca). Uscita su Via del Popolo – zona ovest della città. I residenti del borgo dovranno usufruire dell’entrata di Via San Francesco e per le mamme in dolce attesa, con bambini in carrozzina e diversamente abili, ci sarà il percorso dedicato.

Segue il testo critico della XV° edizione, già pubblicato sul depliant in distribuzione all’ingresso del Presepe.

 

SYMBOLUM, i segni nella cristianità.

 

La parola simbolo deriva dal termine latino “symbolum”, con il quale si designava la “tessera hospitalitatis”, cioè un contrassegno che serviva a comprovare l’ospitalità data e ricevuta. Il simbolo rappresenta un segno distintivo, un legame, un’appartenenza, attraverso il quale vengono veicolati precisi significati. Viviamo in un mondo di simboli. Il loro linguaggio  è universale, appartiene a tutte le culture. Esprime il bisogno di immagine presente nell’uomo di ogni epoca.

Questi simboli si incontrano un po’ ovunque. E’ quindi opportuno conoscere la chiave di lettura di questo linguaggio. La maggior parte dei simboli cristiani proviene dalla Bibbia. Questi simboli costituiscono un commento vivo della Sacra Scrittura, offrono un modo appassionante e spesso inatteso per avvicinarsi al messaggio cristiano. Buon viaggio dunque nel mondo dei simboli e vi auguriamo di compiere belle scoperte!

 

SEGNI

Prima di iniziare il viaggio nel mondo dei segni è essenziale definire la natura e la specificità. Il termine segno definisce una parola, un oggetto, un gesto di cui ci si serve per designare, per informare, per mostrare.

Stella. Uno dei segni più affascinanti della storia della Natività è dato senza dubbio dalla stella, quel misterioso oggetto celeste che condusse i magi dal Bambino Gesù e dalla Sacra Famiglia. La presenza di questo astro a indicare la grotta è un segno…non solo per i magi che orienta nel corso del loro viaggio! A tutti quelli che si immergono nel Vangelo di Matteo, mostra fino a che punto il cielo, e dunque Dio, sia interessato alla nascita di Gesù sulla terra. Abbiamo posto la stella all’inizio del vostro cammino per non farvi perdere di vista l’obiettivo….seguite la sua scia e arriverete al Bambino.

Corona. La corona è un segno distintivo dei re e delle regine, un segno glorioso della responsabilità più alta. Nella maggior parte dei casi, sottolinea la maestà divina: quella di Cristo, re dell’universo per i cristiani, ed anche quella del Creatore, Dio Padre, rappresentato in cielo. La maestà di Cristo si riversa anche su Maria sua madre, che viene onorata come “regina del cielo” ed è spesso rappresentata con una corona sul capo. Su alcuni dipinti o sculture religiose, può cingere la testa di un re di questo mondo, come Saul o Davide citati nella Bibbia…. ed è proprio da Davide, secondo re di Israele da cui discenderà il Messia.

Tavole. Siamo di fronte alle tavole della legge. Quale legge?….La legge di Dio! Sono due grandi tavolette di pietra, rettangolari, che si vedono tra le mani di Mosè, il condottiero degli ebrei. Recano incisi i dieci comandamenti di Dio. Ricordano che Dio ha dato al suo popolo ebreo il tesoro della sua Legge per permettergli di rimanere uniti a lui, di vivere in pace, di essere felice. La Bibbia dice che Mosè ricevette le tavole della legge sul monte Sinai. Queste tavole dell’alleanza con Dio erano il bene più prezioso degli ebrei. Mosè costruì una cassa per custodirle: l’arca dell’alleanza, e il popolo le portava con sé ovunque.

COLORI

 

Il simbolismo dei colori interessa tutti i livelli dell’essere e della conoscenza. I significati variano a seconda delle aree culturali, ma conservano un’importanza fondamentale nel pensiero simbolico.

Rosso. Il rosso è legato al principio della vita, esprime il fuoco, il sangue, la passione. Il colore della veste di Cristo, nei dipinti, è spesso un insieme di rosso e marrone, a richiamare il sangue di Cristo versato sulla terra e “per” la terra. Il rosso della porpora richiama le vesti regali, quindi, se riferito a Gesù, indica il suo essere Re della storia. Il rosso è il colore che identifica la strage degli innocenti, gli innocenti di ieri e di oggi.

 

 

Bianco. Il colore bianco richiama la luce, quindi la gioia, la festa. Le religioni associano la luce a Dio, le tenebre al male. Gesù si trasfigura ed è in bianche vesti; di bianco è vestito il giovane che le donne trovano al sepolcro, bianche sono le vesti dei martiri. Esprime l’illuminazione della mente, la grazia, la trasfigurazione. E’ il colore della purezza e dell’innocenza, liturgicamente è legato alla luce divina. Bianco è il colore del passaggio. Segna l’ingresso nella vita e l’uscita: Bianco è l’abito del battesimo per i cristiani, così come il lenzuolo funebre.

 

Oro. L’oro è il colore del sole: simboleggia la trascendenza e l’irradiazione divina. Nei dipinti romani e bizantini rappresenta il mondo celeste; il fondo oro indica la gloria di Dio. Nell’Antico Testamento la parola oro compare ben 415 volte, sin dalla Genesi. Quando si parla di Abramo, lo si descrive come un personaggio arricchitosi anche con oro e argento. In realtà nell’Antico Testamento l’oro, pur svolgendo una funzione mercantile, non viene mai usato come “denaro”. Non solo, ma per la Bibbia l’oro ha una semplice funzione sociale, non un’origine divina, per cui non è mai oggetto di culto. L’oro è il primo dono offerto dai Magi al Bambino Gesù come simbolo della sua regalità. L’Oro offerto da Baldassarre è il più nobile dei metalli, emblema dello spirito e dell’eternità, e il suo colore giallo rappresenta la saggezza.

 

FIORI

I Fiori sono onnipresenti nella cristianità, innanzitutto perché sono belli! Così belli, così espressivi che si è sempre stati tentati di “farli parlare”.

Rosa. Larosa è la regina dei fiori! E’ magnifica e delicata, con petali dolci e profumati ed è sempre stata associata alla donna e all’amore. La rosa è  l’emblema per eccellenza di Maria, quella che ha saputo amare come Dio vuole. Spesso Maria è chiamata rosa mistica, cioè unita a Dio.

Giglio. Il giglio, diritto e bianco, esprime l’innocenza e la purezza. Compare spesso nelle rappresentazioni di Maria, perché ella è vergine e madre e fedele allo Spirito Santo. Lo si vede spesso anche accanto all’Arcangelo Gabriele nella scena dell’Annunciazione, probabilmente perché ha la forma di una piccola tromba, metafora dell’annuncio.

Iris. L’iris è tendenzialmente associato alla sofferenza per la sua forma appuntita che richiama una spada. “A te una spada trafiggerà l’anima”, aveva dichiarato Simeone a Maria quando si era recata a presentare suo Figlio al tempio di Gerusalemme. La Vergine dovette soffrire e l’iris lo ricorda simbolicamente.

NUMERI

L’interpretazione dei numeri è una delle più antiche scienze simboliche. Nel IV secolo a. C. i Pitagorici interpretavano i numeri come un linguaggio sacro e li consideravano la chiave dell’armonia dell’universo.

Uno/Due.La Bibbia usa moltissimo i numeri, l’uno indica il principio, il creatore, il Dio unico; è il simbolo dell’Essere, sorgente e fine di tutte le cose. Nel libro del Deuteronomio il popolo ebraico afferma con forza l’unicità di Dio:” Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo”. Spesso l’unicità di Dio è rappresentata dal sole e molte civiltà antiche hanno fatto del sole un culto. Il dueè simbolo di opposizione di conflitto, primo numero femminile, negativo, connesso al male, al diavolo.E’ considerato il più malvagio dei numeri. I cristiani definivano il 2 l’immondus numerus (il numero impuro), poiché era quello che cominciava ad allontanarsi dall’unità.

 

Dodici/Quaranta. Il dodiciè il numero biblico dell’elezione del popolo di Israele, dodici sono gli apostoli chiamati da Gesù, la Gerusalemme celeste è basata su dodici fondamenta e dodici sono le sue porte. Il quaranta è il numero dell’attesa, della preparazione e della prova. Nella Bibbia esso segna avvenimenti importanti; i re Saul e Davide regnano per quaranta anni, il diluvio dura quaranta giorni e quaranta giorni Mosè resta sul Sinai. Quaranta anni dura la permanenza degli ebrei nel deserto. Gesù è portato al tempio quaranta giorni dopo la sua nascita.

 

Tre/Sette.Il tre numero ritenuto fondamentale è detto anche “numero perfetto”. E’ la sintesi dell’1 e del 2 nella Trinità, numero “sacro”, “celeste”. Numero dello sviluppo ordinato e armonioso. Il sette è numero dal forte potere simbolico è presente in quasi tutte le religioni. Nella Bibbia è usato con 77 riferimenti diversi: il giorno di riposo è il settimo, sette sono i cieli abitati dagli angeli, sette i bracci del candelabro, la festa pasquale dura sette giorni.

 

FORME

Quadrato, cerchio, triangolo sono forme geometriche universali che l’uomo usò fin dai tempi più lontani.

Cerchio.Gli studiosi ritengono che il cerchio abbia avuto origine dal disco solare, fonte conservatore della vita. E’ simbolo di tutto ciò che è celeste: il cielo, l’anima, l’illimitato, Dio. Il cerchio inscritto nel quadrato è simbolo di divinità nascosta nella materia.

Quadrato.Il quadrato designa il racchiudere, il contenere, rappresenta la stabilità e la solidità. Molti spazi sacri hanno una forma quadrangolare: altari, templi, città. In alcune raffigurazioni Dio siede in maestà in un cerchio celeste, ma i suoi piedi posano sul quadrato, che indica la terra. Nella simbologia cristiana il quadrato tenuto in mano da Santi e Apostoli è il libro delle Scritture e in particolare rappresenta il Vangelo.

Triangolo.Il significato del triangoloè simbolo della divinità, dell’armonia, della proporzione. Nell’iconografia cristiana il triangolo simboleggia la Trinità; il Padre il Figlio e lo Spirito Santo.

 

PIANTE

Una Pianta verde slanciata verso il cielo, una pianta che fiorisce o che porta molti frutti richiama Gesù Cristo “Albero della vita”. Cristo, infatti, è fonte di vita per i cristiani.

Alloro e fico. L’alloro,come le altre piante sempreverdi è simbolo di immortalità. Era l’albero con le cui foglie si facevano corone per i sapienti, i poeti, gli eroi, anche gli imperatori romani portavano sul capo una corona d’alloro come simbolo di potere. Nella Bibbia l’alloro viene menzionato spesso come simbolo di benessere e di gloria. Come  segno  di  abbondanza  e  di  serenità troviamo invece l’albero del fico.  Stando  a  quanto  narra  il  primo  libro  dei  Re,  Israele raggiunse  il  massimo  splendore  sotto  il  regno  di  Salomone.  La  prosperità  di  questo  regno  fu  descritta oltre che  col  simbolo  della  vite,  anche con il fico, infatti così è scritto:  «Giuda  e Israele erano al sicuro; ognuno stava sotto la propria vite e sotto il proprio fico – da Dan fino a Bersabea – per tutta la vita di Salomone».

Olivo. L’olivoè una pianta tipica delle regioni mediterranee, prezioso per l’olio che fornisce, è simbolo di prosperità e di pace. La bellezza dell’olivo è cantata dai poeti dell’Antico Testamento dove spesso simboleggia la santità, e la pace. L’olivo per i cristiani è una pianta sacra e sacro è anche l’olio che viene dal suo frutto. Il buon samaritano curò le ferite dell’uomo picchiato dai briganti con olio e vino…L’olio d’oliva è sorgente di luce, Dio disse a Mosè: “Tu ordinerai agli israeliti che ti procurino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tener sempre accesa una lampada. Aronne e i suoi figli la prepareranno, perché dalla sera alla mattina essa sia davanti al Signore”.

Palma. Per l’armonia delle foglie che si dispongono a raggiera la palma è stata associata al sole, diventando simbolo di gloria e di vittoria. Presso i Romani e i Greci ai vincitori delle guerre e dei giochi erano offerti rami di palma: di qui l’espressione ancora in uso “ottenere la palma della vittoria”. Nella tradizione cristiana, la palma ricorda il sangue versato è il simbolo del martirio: di Cristo primo martire e di quanti morirono per testimoniare la loro fede in lui. Nell’Apocalisse, la folla degli eletti entrati in paradiso agita palme di fronte al trono divino. E, in occasione dell’ultimo ingresso di Gesù a Gerusalemme, gli abitanti della città lo accolsero in trionfo brandendo palme. Nella chiesa delle origini al nuovo battezzato era consegnata una corona intrecciata di rami di palma in segno della sua resurrezione con Gesù.

FRUTTI 

Da sempre i frutti sono associati all’abbondanza. La Bibbia dice che, quando creò il paradiso, Dio “fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare”. Del resto, tutto inizia con la storia di un frutto, quello famoso di Adamo ed Eva:… la mela!

Mela.  Da sempre la mela ha assunto il ruolo di frutto del peccato. Quando però compare tra le mani di Gesù bambino, questo frutto lo designa come “nuovo Adamo” venuto a distruggere il peccato originale.

Melagrana. La polpa di questo frutto è piena di semi acidi ed è rossa come la carne umana, richiama le sofferenze di Cristo e la sua Passione. Simbolo di fecondità e di abbondanza per i suoi numerosissimi grani, nella Bibbia è ricordata anche come segno della benedizione divina.

Uva. Un altro frutto ricco di chicchi è l’uvadonatoci dalla vite. Nella Bibbia la vite è la prima pianta coltivata dall’uomo ed è Noè che la pianta dopo il diluvio. Il suo frutto diventa subito il simbolo dell’abbondanza. Gesù ha fatto di questa pianta il segno della sua unione con l’umanità, quando ha detto:”Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto”. Nello stesso tempo i grappoli d’uva richiamano il suo sacrificio per l’umanità: il vino della comunione è ricevuto dai cristiani come il sangue versato da Cristo, la sua vita donata.

ANIMALI

Sculture e quadri di soggetto religioso ne sono disseminati! Alcuni sono rappresentati nel loro ruolo di animali, come creature di Dio. Altri sono invece simboli…come nel caso degli animali che andremo a scoprire insieme.

Colomba. La colomba, dolce, bianca, libera di volare al di sopra delle frontiere, è per tutti un simbolo di pace. Una forza invisibile d’amore guida gli esseri umani verso Dio: lo Spirito Santo. Lo si rappresenta sotto forma di una colomba, accanto alla Vergine Maria quando ella accetta di diventare la Madre di Gesù, o vicino a Gesù battezzato nell’acqua del Giordano da Giovanni, mentre la voce di Dio si fa sentire dal cielo. Dio Padre, suo Figlio Gesù e lo Spirito Santo uniti sono il Dio unico dei cristiani, la Trinità. La rappresentazione della Trinità spesso comprende la colomba. Già nell’Antico Testamento, la colomba è messaggera di belle notizie. Dopo il diluvio, porta a Noè un ramoscello d’ulivo raccolto sulle prime terre emerse…. e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra.

Agnello. La nascita di Gesù in una stalla, la comparsa dei pastori in adorazione subito dopo, e il ruolo di Gesù come l’Agnello sacrificale di Dio sono tutti elementi che si sono fusi insieme fino a fare dell’agnello un forte simbolo cristiano. Per gli ebrei, l’agnello è segno di liberazione, perché Dio aveva ordinato ai loro antenati di sacrificarne uno e di mangiarlo la notte in cui finalmente poterono fuggire dall’Egitto. Quella fu la prima Pasqua. Per questa ragione, per i cristiani l’agnello è simbolo di Gesù Cristo. Ma spesso gli agnelli o le pecore rappresentano anche i cristiani. Gesù, infatti, ha paragonato la sua Chiesa a un gregge prezioso di cui egli è il pastore attento e amorevole.

 

Serpente. Perché si attribuisce al serpente il ruolo del cattivo? Forse perché suscita in tanti di noi una spontanea repulsione? O perché è freddo e silenzioso? O perché, strisciando, è rivolto in direzione opposta al cielo? In ogni caso, nel racconto della creazione, è lui a spingere Adamo ed Eva alla sfida. Allora Dio gli dice:”Maledetto tu fra tutto il bestiame”. E aggiunge:”Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. I testi sacri ne documentano però anche le caratteristiche positive: il serpente di rame alzato sull’asta da Mosè protegge gli ebrei dal morso dei serpenti velenosi durante l’esodo. Per questo Gesù che salva l’umanità è a volte raffigurato sulla croce sotto questo aspetto.

SIMBOLI

I simboli o monogrammi, sono l’abbreviazione di un nome mediante una o più lettere intrecciate, destinati a richiamare al primo colpo d’occhio un messaggio importante per i cristiani.

Pesce. Uno dei primi monogrammi è il pesce, simbolo di vita e di fecondità a causa del gran numero di uova che depone. Nel mondo cristiano è un simbolo molto utilizzato e lo si ritrova nelle catacombe fin dal II secolo. Spesso il pesce è accostato a dei pani, risulta evidente il legame tra il simbolo del pesce e l’Eucarestia. E’ d’obbligo il rimando alla moltiplicazione dei pani e dei pesci avvenuta sulla collina nei pressi del lago di Tiberiade. Il termine greco che indica il pesce è (IXOYΣ) IKTUS. Esso costituisce l’acronimo delle parole che significano “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”. Per i primi cristiani il pesce è stato anche un modo per indicare Cristo.

IHS. La sigla IHS (o in alfabeto greco ΙΗΣ) compare per la prima volta nel III secolofra le abbreviazioni utilizzate nei manoscritti greci del Nuovo Testamento. Essa indica il nome ΙΗΣΟΥΣ ( cioè “Iesous”, Gesù, in lingua greca antica). Da alcuni viene anche letto in latino come: Iesus Hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini.

Chi Ro. Il simbolo più noto è il Chrismon, conosciuto come monogramma costantiniano: la tradizione vuole che dopo la battaglia vittoriosa contro Massenzio (312 d.C.) l’imperatore lo ponesse sulle sue insegne e lo facesse incidere sulle sue monete. Risulta formato da due lettere maiuscole dell’alfabeto greco, X (chi) e P (rho), che lette di seguito sono le iniziali del nome XPICTOC (Cristòs). A volte è accompagnato dalle lettere Alfa e Omega, che l’Apocalisse riferisce a Cristo, come origine e fine di ogni cosa. L’alloro che circonda il monogramma simboleggia nell’iconografia cristiana il trionfo di Cristo sulla morte……Ecco la stella si è fermata….entrate dunque nella casa e fate visita al Bambino, il Salvatore che tutti aspettavate.