GIULIANOVA – A sorpresa grosse nubi si addensano sul futuro della Giplast che vede uscire di scena l’industriale Peppino Marozzi, il quale ha proceduto in modo, da quello che si è appreso, di portare i libri della società in tribunale pur di fare in modo di salvare l’attività produttiva e il numero d i dipendenti, con qualche difficoltà iniziale forse per quelli assunti a tempo determinato. La situazione che si è venuta a creare è determinato dall’acquisto dell’azienda Flexibord di Reggio Emilia, operante nello stesso settore con 70 dipendenti), un’operazione che non è andata a buon fine con la chiusura dello stabilimento emiliano ed il relativo licenziamento dei dipendenti. Marozzi ha portato i libri societari in tribunale al fine di ottenere dal giudice la possibilità che la Giplast venga ammessa al concordato preventivo. Continuerà ad operare con lo stesso nome di Giplast ma la gestione passera nelle mani di una nuova azienda ed a tale proposito sono interessati al rilevamento gruppi sia nazionali che internazionali. Per la cronaca va invece rilevato che nel nuovo gruppo che diventerà operativo tra mesi ed oltre continueranno invece a lavorare i figli di Marozzi, Patrizio e Stella. Se, come si spera, il giudice fallimentare accoglierà la richiesta di concordato preventivo, quanto sta accadendo sarebbe un atto indolore pur con qualche inevitabile conseguenza negativa, altrimenti per Giulianova e la sua asfittica zona industriale sarebbe un colpo mortale. Zona nella quale continua a lavorare con un alto numero di dipendenti solo la Gensi della famiglia Pigliacampo, dopo l’accordo con la multinazionale francese Chanel, mentre la ditta di autotrasporti Tauro che prima operava esclusivamente nella zona industriale giuliese, ora ha visto una significativa parte della stessa trasferita a Notaresco dove è stata avviata analoga attività.