La chiusura dell’ufficio amministrativo del Servizio veterinario igiene degli alimenti di origine animale, ubicato nel complesso del Mercato Ittico, con obbligato e conseguenziale riferimento allo sportello di contrada Casalena a Teramo, ha spinto il sindaco Francesco Mastromauro a chiedersi se si tratti di un provvedimento temporaneo o non preluda invece alla soppressione del servizio a Giulianova.

Questa chiusura, giunta forse non casualmente con il caldo estivo”, dichiara il sindaco, “è assai singolare tenuto conto che si tratta di un ufficio importante, riferimento imprescindibile per la costa e la Val Vibrata, e peraltro a costi zero per la ASL essendo ospitato in locali messi a disposizione dal Comune e dall’Autorità marittima. Il risultato – prosegue Mastromauro – è il forte disagio di chi deve andare a Teramo sobbarcandosi peraltro lunghe file. Ma oltre a ciò, che certo non depone a favore di una scelta ragionevole e coerente ai criteri di efficienza ed efficacia, rimane l’inquietante interrogativo, che è questo: si profila un altro scippo, l’ennesimo, a danno di Giulianova? Il dubbio non è temerario tenuto conto delle tante rassicurazioni ricevute e puntualmente sconfessate: dalla realizzazione del nuovo ospedale, oggetto di una promessa pubblica e formale ma di cui si sono perse le tracce, al Centro di Riferimento Regionale di Fisiopatologia della Nutrizione, che è stato letteralmente azzoppato, solo per fare due esempi tra i tanti. Ma ad alzare la voce denunciando questa neppure più tanto strisciante strategia di depotenziamento ai danni della sanità giuliese, che coinvolge però un bacino molto più ampio, sono pochi, cioè il sottoscritto, la maggioranza, il Comitato per la salvezza dell’ospedale con il consigliere Roberto Ciccocelli e qualche attento giornalista. E mentre qualche politico di rango preferisce schierarsi a favore di Atri infischiandosene di Giulianova, che pure dovrebbe essere il suo riferimento almeno elettorale”, conclude il primo cittadino, “i rappresentanti locali del PdL, quando non balbettano poche, tristi e imbarazzate dichiarazioni, fanno come le classiche tre scimmiette: non vedono, non sentono, non parlano”.