I consiglieri regionali del PD Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca
chiedono la sospensione dell’atto aziendale della Asl di Teramo varato
dal nuovo manager Giustino Varrassi.

Secondo i consiglieri, il documento stilato nel 25 gennaio 2011 e
rettificato il giorno 8 febbraio 2011 è carente ed inopportuno, seppur
provvisorio.
E’ ricorrente, nella pubblica amministrazione, che non ci sia atto o
decisione provvisoria che non diventi nel tempo definitiva.

“Da una lettura sommaria dell’atto aziendale si coglie il forte
ridimensionamento di tutti e quattro gli ospedali senza una linea
strategica precisa” dicono Ruffini e Di Luca.

Una critica non solo per la procedura seguita, ovvero senza nessuna
condivisione con i territori (sindaci), il personale sanitario e le
utenze, ma anche nel merito del provvedimento che viene contestato in
più parti:

1.mancano le Linee guida della Regione per quanto riguarda l’assetto
organizzativo dei dipartimenti e dei Primariati;

2.non è avvenuto nessun confronto con il Consiglio Sanitario, il
Collegio di Direzione e non è stata fatta nessuna informativa sindacale;

3.non si conosce in base a quali criteri oggettivi si determinano le
strutture complesse e quelle semplici. Si notano anzi molte
contraddizioni:mentre nell’atto si dice che viene “fotografata” la
situazione attuale dei primariati e dei direttori attuali e si
confermano tali posizioni, si rileva che per delle Unità Operative
Complesse che hanno già un primario vengano declassate a semplici,
mentre nelle Unità Operative Semplici prive di un primario si provvede
ad elevarle ad unità complesse. Chissà per quale ragioni organizzative?

4.Si parla di implementazione della collaborazione con l’Università di
Medicina dell’Aquila. Ciò vuol dire che reparti ospedalieri verranno
coadiuvati dal supporto scientifico di questo Ente? Anche qui non c’è
stata nessuna discussione e nonostante il Pd non sia contrario a priori,
crede sia necessaria una maggiore riflessione e condivisione da parte
degli stessi operatori sanitari con i quali i docenti universitari si
troveranno a collaborare.

“La nostra posizione nasce dopo aver raccolto una crescente
insofferenza dei sanitari e delle istituzioni locali come denunciate dal
sindaco di Giulianova” spiegano i due consiglieri.

Per Ruffini e Di Luca l’auspicio è che queste modalità assunte per le
decisioni pubbliche non diventi anche un modello per la Asl di Teramo.
Cresce in questa maniera la sfiducia del cittadino-utente, demotiva il
personale sanitario e nel caso dell’Asl di Teramo non fa che aumentare
sempre di più la mobilità passiva.