di Azzurra Marcozzi

Intervista all’attrice giuliese Cristiana Esposito, al cinema da giovedì 11 luglio con il film “Rabbia in pugno”.

1) Cristiana, giuliese d’origine, hai iniziato, come altri tuoi coetanei a muovere i primi passi d’attrice proprio a Giulianova, con la celebre scuola di Vittorio Ciorcalo. Ci racconti qualcosa di questa esperienza?

Ero una ragazzina di 14 anni, ricordo che quando Vittorio Ciorcalo aprì la scuola di recitazione nella cara “Sala Buozzi”, impazzii di gioia, era un piccolo passo verso i miei sogni di attrice. Mi ricordo il primo giorno, ci fu un improvvisazione, lui mi spiegò che ero sola, in una stanza e non potevo uscire: Ora continua tu! Mi lasciò li, con altre persone che mi osservavano, mi venne il panico di fare brutta figura. Ma chiusi gli occhi per due minuti e cercai di vivere quella situazione e fu bellissimo sparire nella magia di creare pura emozione. Scoprire il teatro greco, interpretare Elena di Troia o la Divina Commedia rivisitata dal maestro Ciorcalo è un’ esperienza che porto nel cuore.


2) Sei un’attrice poliedrica: hai recitato in corti, fiction televisive, a teatro e in film per il cinema. Ma i tuoi ruoli non sono mai stati semplici. Hai anche vestito i panni di una tossico dipendente ne “La Squadra” ed in un’intervista hai raccontato che, per entrare nel ruolo, sei stata in una comunità di San Benedetto del Tronto. Essere attori, vuol dire quindi, impegno non solo lavorativo, ma anche di crescita morale e personale?

Un’ esperienza pazzesca, i ragazzi della comunità li ricordo sempre con grande affetto, grazie a loro non solo ho capito come portare la verità al mio personaggio, ma moralmente e umanamente quel giorno ho ricevuto “un pugno” allo stomaco. Non ero più li per capire ed essere solo brava nel mio ruolo, quel giorno ho aperto il mio cuore e ho parlato con tutti e li ho visti veramente, non solo sulla superficie ma nel profondo, ragazzi che si, hanno fatto un errore, ma con grande coraggio ed umiltà si sono rialzati e gridano vita, e ci insegnano che nessuno va giudicato; e in quella comunità si respirava amore e perdono. La loro forza è la vulnerabilità, ed è la vulnerabilità che mi insegna ad essere un attrice. Parlare con persone con le quali non si pensava di parlare, sono anche loro che aiutano la nostra recitazione.


3) Quale dei ruoli interpretati finora, che ti portano spesso ad immergerti nel tessuto sociale, senti che abbia tirato fuori la vera Cristiana? Oppure la persona deve distaccarsi dall’attore e dal ruolo che gli viene assegnato?

In ogni personaggio che devo interpretare, faccio le cento domande del metodo dell’ Actor Studio, qual è il suo passato, cosa ha nella sua borsa, la sua famiglia. La recitazione riguarda il dare, diamo felicità al pubblico, la recitazione è rappresentare parti differenti di noi stessi, noi non esistiamo. Non c’è recitazione nella recitazione, la recitazione non è mai basata sulle parole, ma sulle azioni, le azioni dicono tutto. Le parole non ti danno mai nulla. Ci sono le parole e poi c’è la verità. Ad esempio il mio coach Bernard Hiller diceva: Andate in un caffè, in un ristorante, a passare del tempo e vedere come si comportano le persone: abbiamo dei clichè in Italia, se si recita si sta fermi e si guarda, non è naturale, quando una persona è in un ristorante guarda altrove, beve, mangia; così è naturale. La recitazione è nelle scelte, non tutte le scelte sono buone, ci sono solo due o tre scelte eccellenti, le altre siamo noi.


4) L’anno scorso sei stata al Festival di Venezia a presentare con il regista Stefano Calvagna e lo staff il film “Rabbia in Pugno”, tratto da una storia vera. Anche qui il tuo personaggio è pieno di determinazione: Sei Elena Croce, un agente di polizia. Insomma, come riuscirai ad aiutare Valerio a non farsi giustizia da solo?

Elena è forte determinata e non ha paura di nessuno, ma deve correre, per aiutare Valerio, quindi usa la testa, è un poliziotto ma è pur sempre una donna. Il seguito lo lascio alla visione del film.


5) Quando potremo vedere “Rabbia in Pugno” nei cinema? E’ prevista anche una proiezione “giuliese” magari?

Il film esce tra poco l’8 Luglio, in anteprima a Roma, in uno dei cinema più importanti, L’Adriano. Ufficialmente esce l’11 Luglio nei vari capoluoghi come Milano Torino Napoli. Per l’Abruzzo non so ancora nulla, ma per la proiezione Giuliese perché no si potrebbe organizzare ne sarei troppo felice.


6) Vivi a Roma. Ma, quando puoi, scappi e ti dividi tra Giulianova e Napoli. Qual è il ricordo più bello che ti lega alla tua città d’origine?

Assolutamente scappo, Hai detto bene, perché come dico sempre: “Roma, questa giungla mi distrugge”. Napoli come dimenticare la mia metà partenopea, purtroppo non vado spesso, e un po’mi manca. Tornare a Giulianova, vedere mia mamma, i miei amici, adesso poi nei mesi estivi che torno per giocare a beach volley, un’altra mia grande passione, nuotare nel mare della mia città che amo tanto, passeggiare sul lungomare con il mio cane Teo, mi aiuta a rimanere me stessa e mi ricorda chi sono .I ricordi sono tanti, i tuffi al porto da bambina, gli scouts del Giulianova 1,sono stati tutti una bellissima famiglia ,Quante ne ho combinate, ero terribile, togli ero lo sono ancora, le corse sulla spiaggia bianca dell’Hotel Smeraldo dove mio papà lavorava come bagnino. Ma Il ricordo più bello è legato a mia cugina Roberta che purtroppo non c’è più, alle passeggiate con il suo motorino, alle sue letture del libro Cuore, ai tanti giochi al parco Franchi, lei è sempre con me, è il mio portafortuna e mi accompagna a realizzare i miei sogni.