GIULIANOVA – Alla fine la Asl ha rotto gli indugi ed ieri mattina ha fatto recapitare al priore del Santuario della Madonna dello Splendore, padre Simone, una lettera che reca l’ordine tassativo di chiudere i rubinetti della sorgente d’acqua che sgorga sotto l’altare e viene incanalata prima verso un pozzo visibile nella sacrestia, poi sempre in discesa verso il tempietto dove più “cannelle” la rendono disponibile per i tanti pellegrini.

O meglio la “rendevano disponibile” perché da ieri, obbedendo al perentorio invito della Asl, padre Simone ha chiuso ogni collegamento con il tempietto e quindi cannelle all’asciutto e stessa sorte per la vasca dove molti pellegrini si bagnavano. La Asl conferma che anche le seconde analisi confermerebbero una situazione di inquinamento del prezioso liquido, per cui è pericoloso non solo berlo ma anche adoperarlo per rinfrescarsi. Ma ricostruiamo come era iniziata la vicenda. Dal luglio scorso, dopo i risultati di un’analisi effettuata all’improvviso (forse su segnalazione di qualcuno che da tempo non ha un buon rapporto con i frati) l’acqua non è più ritenuta potabile ed il giovane priore, frate Simone, aveva dovuto apporre dei cartelli con su scritto a chiare lettere “Acqua non potabile”. Ma nemmeno questo accorgimento era andato bene. Il rappresentante della Asl è tornato di nuovo il mese scorso per ammonire che quei cartelli sono pochi e non molto visibili, per cui bisogna sistemarne altri e possibilmente ancora più grandi e in luoghi che siano percepibili da tutti. Povero frate Simone, non si aspettava di certo questo intervento, in quanto era convinto di aver fatto tutto quello che era possibile fare anche perchè, nonostante questi divieti si registra sempre un boom di presenze al Santuario della Madonna dello Splendore. I pellegrini che scendono dai tanti pullman che arrivano ad ogni fine settimana non si sono mai fermati nemmeno di fronte al doppio cartello che è stato fatto affiggere e quale si può leggere, non senza disappunto, che l’acqua della fonte sacra non è potabile. Pur chiedendo anche i bagni del santuario, il fenomeno rimane, per cui è probabile che l’inquinamento sia nel collegamento tra il santuario e la fognatura esterna, ma di questo aspetto nessuno si è mai occupato. <Non abbiamo mai avuto segnalazioni di intossicazioni da parte dei nostri fedeli o dai pellegrini – racconta padre Simone- anzi qualcuno dice di essere stato destinatario di qualche piccolo miracolo bevendo l’acqua ma non starò qui a raccontarlo>. Tutto questo “accanimento” che molti chiameranno prevenzione, appare esagerato, visto come viene tartrato il nostro mare dai fiumi inquinati dagli scarichi abusivi ed al solito, come si procede? Si chiudono le spiagge in estate senza eliminare le cause dell’inquinamento