Sciogliere il Bacino Imbrifero Montano? A parte le opposizioni di Giulianova, Mosciano e Bellante, e 3 sindaci sui 26 che fanno parte del B.I.M. del Vomano-Tordino, mi sembra che la questione non sia fra quelle che, escluse talune prese di posizioni di sapore propagandistico, rivestano caratteri di centralità. E una ragione c’è, ma non è certo quella di mantenere in vita un inutile carrozzone dispensatore di privilegi e prebende”.

Queste le dichiarazioni del sindaco Francesco Mastromauro sull’ipotesi di scioglimento dei B.I.M., i Bacini Imbriferi Montani istituiti con la legge 959 del 27 dicembre 1953 per amministrare, secondo quanto previsto dalla stessa legge, il fondo comune costituito dai sovraccanoni annui dovuti dai concessionari di grandi derivazioni d’acqua per produzione di forza motrice presenti all’interno del perimetro del Bacino, impiegandolo per il progresso economico e sociale delle popolazioni residenti nel perimetro dei Comuni consorziati.

Suonerà strano”, afferma il sindaco, “ma è indicativo che lo stesso legislatore, nel 2010, in relazione al coordinamento della finanza pubblica e con lo scopo di contenere la spesa pubblica, abbia previsto la soppressione dei consorzi di funzioni tra gli enti locali escludendo unicamente i Bacini Imbriferi Montani. Insomma, non erano considerati enti inutili, nonostante sin dal 2009 alcuni parlamentari ne avessero proposto lo scioglimento. Certo, oggi è difficile, e lo comprendo benissimo”, continua Mastromauro, “sostenere che non tutti gli enti sono inutili. Viviamo tempi difficili, e come sindaco so perfettamente che far quadrare i conti è veramente arduo. Bisogna risparmiare su tutto, e raschiare il fondo del bidone. Ma non per questo è giustificato buttare tutto a mare. Il B.I.M. Vomano-Tordino stipendia 6 dipendenti, dei quali 3 a tempo indeterminato, e forse non è noto che sia il presidente che gli assessori al B.I.M. attualmente non percepiscono un euro per l’incarico. I consiglieri hanno invece un gettone di 10 euro a seduta, considerando che nel corso dell’anno di sedute se ne fanno 2 o 3. Costi della politica? Non direi, perché quei costi gravano solo per il 4,7% sul bilancio,e la struttura assorbe il 19,70% del bilancio. Molto, molto meno della maggior parte degli enti pubblici. Per contro il B.I.M. – aggiunge Mastromauro – partecipa all’esercizio delle funzioni regionali in materia di difesa del suolo e consente, soprattutto ai piccoli comuni, di realizzare importanti opere di carattere sociale, come scuole, ostelli e strade, gestendone in alcuni casi le procedure con alleggerimento dei carichi di lavoro dei Comuni. La stessa Giulianova”, dice ancora il primo cittadino, “ha potuto contare sul finanziamento del BIM, circa 35.000 euro, per i lavori di rifacimento del manto d’asfalto di Traversa Mari e di via Paduni, realizzati nel settembre dello scorso anno, ma anche per il sistema di illuminazione di via per Mosciano. Il B.I.M., inoltre, e sempre per rimanere a Giulianova, è componente e quindi cofinanziatore dell’Ente Porto, ciò che permesso, tra gli altri, la riapertura del distributore del carburante del porto. Ha poi sponsorizzato eventi cittadini importanti, dal Festival Internazionale delle Bande Musicali a Giulia Eventi al Presepe Vivente. Senza poi dire – conclude Mastromauro – che proprio grazie alla forza che un consorzio di comuni può avere, è possibile contrastare le pretese delle società concessionarie che vogliono pagare meno pur sfruttando i beni comuni del nostro territorio, soprattutto di quello montano. Io credo che il fine per cui siano stati costituiti i B.I.M. rimangano giusti. Quindi, piuttosto che scioglierli, bisognerebbe semmai snellirli, magari riducendo ancor più il numero dei rappresentanti, anche se, va detto, già nel 2008 vi fu una sforbiciata al numero degli assessori. Una ultima notazione: in caso di scioglimento del B.I.M. Giulianova introiterebbe appena 24.203,22 euro, fermo restando che il nostro Comune, attualmente, percepisce grazie al B.I.M. 12.205,74 euro ogni anno”.