:    Università di Teramo a rischio scomparsa

 

 


Preso atto:

–           che dai dati ufficiali resi noti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Ateneo teramano risulta l’ultimo tra  quelli italiani statali per il numero complessivo degli iscritti, che è di 6.489, e che per l’a.a. 2012/2013 le immatricolazioni sono state solamente 880, evidenziando in modo inequivocabile la non appetibilità dell’offerta universitaria, nonché una non adeguata condizione di vita degli studenti;

 

Considerato:

–           che tale drastica riduzione del numero degli studenti è senz’altro riconducibile ai numerosi disservizi, prima tra tutti la scarsa o, addirittura, inesistente possibilità di luoghi di studio; le mense difficilmente raggiungibili, le segreterie lontane dalle sedi, ecc.

–           che l’aver previsto 5 sedi universitarie dislocate sul territorio ha influito in modo considerevole sul disastro universitario per la città di Teramo, perché è diventato uno sperpero di risorse (solamente mantenere le convenzioni con mense e ristoranti ne può essere un esempio!) e soprattutto perché è stato assurdo assicurare identici servizi per sedi come quella di Atri e di Giulianova che hanno rispettivamente 72 e 147 studenti;

 

Constatato:

                     che fronteggiare le spese ed assicurare servizi adeguati agli studenti diventa prioritario, soprattutto per promuovere l’appetibilità dell’offerta universitaria,

 

interroga l’Assessore competente

 

per conoscere:

  1. quali interventi intenda mettere subito in atto l’Amministrazione attiva per arginare la grande “emorragia” dovuta al calo del numero delle immatricolazioni, che sono passate da 8.111 per l’a.a. 2006/2007 a 6.489 per l’a.a. 2012/2013 in considerazione che, se il trend negativo dovesse ripetersi anche per gli anni successivi, è facilmente immaginabile che l’Università rischierebbe la chiusura;
  1. se l’Amministrazione attiva intenda promuovere immediatamente un incontro con la governance dell’Ateneo tramano, al fine di chiedere la chiusura delle sedi distaccate, che hanno rappresentano il vero disastro finanziario ed il fallimento della gestione dell’Università.

 

 

 

IL CONSIGLIERE

                                                                          Dr. Mauro Sacco

 

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