– Grande trambusto ieri mattina a Palazzo davanti alla stampa del sindaco Mastromauro. Una nomade aveva portato con sé i due figli minori e minacciava, agitando un accendino in mano di darsi fuoco. Chiedeva che il Comune le offrisse un tetto per sé e per i bambini, rispettivamente di quattro e dici anni, ma da tempo lo stesso Comune sembra non avere più alloggi disponibili, se non un paio che bisogna per forza mantenere in casi di particolare urgenza. Il sindaco non c’era essendo impegnato in Tribunale, per cui l donna non sapeva a chi rivolgersi per avere una risposta esaustiva ma continuava ad agitare minacciosamente l’accendino annunciando che con quello si sarebbe dato fuoco alle vesti. Ma come mai la donna con i due figli si trovava lì? La storia parte dall’estate scorsa, quando il sindaco, d’accordo con l’allora comandante della Compagnia dei carabinieri, Luigi Dellegrazie, emanò un’ordinanza con la quale, per motivi di ordine pubblico, si vietava il bivacco sull’intero territorio comunale. Il provvedimento era riferito anche ai proprietari di tre roulottes che da tempo stazionavano nel quartiere Annunziata nell’ampio parcheggio realizzato in corrispondenza del camping Tam Tam. Fu necessario l’intervento anche della Polizia municipale perchè i titolari delle roulottes abbandonassero la zona. Non avendo un posto dove andare, la nomade con i suoi due figli, che era una delle famiglie che stazionavano lì, chiede aiuto al Comune e l’amministrazione comunale riuscì a trovare un alloggio all’interno del Monastero dei padri Benedettini Silvestrini, che un’ala dedicata anche alle persone in difficoltà e a famiglie disagiate. E così dall’estate scorsa madre e figli hanno alloggiato all’Istituto Santo Volto di via Gramsci ma, da quello che si è appreso, sembra che qualcosa sia andato storto o non sia stato apprezzato sul piano del comportamento, per cui i monaci hanno informato il Comune avvisano che quella famiglia non avrebbero più tenere lì. Ed allora, correndo subito ai ripari per non lasciare i tre di nuovo in mezzo alla strada. Il Comune li ha ospitati per un mese alla locanda Aurora nella zona nord ella città. Ma scaduto il termine, i proprietari della locanda li hanno avvisati d l fatto che nemmeno lì potevano stare più. Per questo ieri mattina la donna e i ragazzini sono saliti a Palazzo chiedendo di parlare con il sindaco, che era in udienza, ed allora lei ha cominciato a gridare e minacciare di darsi fuoco tenendo l’accendino per mano. Della cosa è stato informato il dirigente Andrea Sisino, il quale, vista ,la gravità della situazione ha prorogato per una settimana la permanenza della famigliola alla locanda Aurora, disponendo che venga sistemata successivamente in una vecchia casa comunale ubicata al numero 3 di via Manzoni e da poco lasciata libera da un’altra famiglia rom e che dovrà essere risistemata e resa di nuovo abitabile.