Proseguono senza sosta le ricerche del killer di Carmela Rea, detta Melania, la donna scomparsa durante una scampagnata a Colle San Marco il 18 Aprile scorso e ritrovata cadavere in bosco in provincia di Teramo. La lista dei sospettati comprenderebbe tre nomi: si tratta di uomini che, secondo le ultime indiscrezioni, circolano nell’ambiente frequentato da Carmela e suo marito, Salvatore Parolisi, tra Ascoli e Folignano. Dai dati emersi dai sopralluoghi si ritiene che la donna sia stata uccisa nel posto in cui è stato rinvenuto il suo corpo. Ad avvalorare questa tesi, contraria all’ipotesi iniziale, sono state le tracce di sangue e gli effetti personali di Carmela Rea ritrovati proprio nel bosco delle Casermette, luogo in cui è stato scoperto il cadavere. L’omicidio, inoltre, potrebbe essere stato premeditato.

L’APPELLO DELLA PROCURA – Dalla procura nel frattempo arriva un appello delle Procure di Ascoli e Teramo affinchè chi ha visto qualcosa parli, un appello in particolare rivolto all’uomo che telefonò dopo essersi imbattuto nel cadavere. Nella caserma dei carabinieri di Ascoli continuano gli interrogatori. Quattro procuratori la coordinano, vi prendono parte i carabinieri delle province di Ascoli e Teramo, la Guardia di Finanza con i cani del proprio soccorso alpino, il Corpo forestale dello Stato e i Ris di Roma, che fra venerdì e sabato hanno analizzato a fondo soprattutto il chiosco della pineta al Bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella , in Abruzzo, dove giaceva il corpo di Melania.

Lì sono stati trovati evidenti segni di colluttazione, con ferite d’arma da taglio sul legno. Un lavoro durato molte ore e che si è concluso con il sequestro di pezzi di legno appartenenti alla parete destra del chiosco e al basamento del manufatto dove è stato ritrovato il corpo. Tutto nella speranza di trovare tracce biologiche dell’ assassino che, secondo quanto si immagina, nel furioso scontro con Rea in lotta per la propria vita, potrebbe essere stato a sua volta ferito o comunque aver lasciato qualche traccia sul legno (impronte, sangue, sudore, brandelli di pelle).

LA SCENA DEL DELITTO – Stando alla scena del crimine appare disorganizzata il killer appare del tipo ‘disorganizzatò: la scena apparte ricostruita ad arte, ma in modo ingenuo, per depistare gli investigatori. Sul luogo in cui è stato ritrovato il cadavere c’è un “ordine” creato dall’omicida, ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli, Alessandro Patrizio, secondo cui è stata “montata una scena alternativa”. Il riferimento, in particolare, è alla siringa e al laccio emostatico ritrovati in loco, con cui si presume che l’assassino abbia voluto indirizzare le indagini verso un’altra pista, magari quella della droga. Se così fosse, la messinscena sarebbe piuttosto naif. Melania è stata ritrovata con i pantaloni e gli slip abbassati, ma i primi esiti dell’esame autoptico escluderebbero la violenza sessuale. Un’altra falsa falsa pista creata ad arte dall’ assassino? Anche su questi aspetti si sta concentrando in queste ore lo sforzo investigativo. Si cerca intanto il telefonista che nel pomeriggio del 20 aprile, con una chiamata fatta da Teramo e intercettata dal 113 locale, ha fatto scoprire il cadavere.

“Non abbia paura, anche se ha tardato un’ ora a dare l’allarme”, è l’ appello che gli rivolgono gli inquirenti chiedendo anche che si faccia avanti chiunque fra l’alba del 18 aprile (quando Melania è scomparsa a Colle San Marco) e il pomeriggio del 20 (quando è stata ritrovata) è transitato o ha addirittura sostato nella pineta del Bosco delle Casermette, fra il chiosco, le panche e i tavoli in legno per pic-nic utilizzati da famiglie ed escursionisti. In entrambi i casi qualcuno potrebbe raccontare qualcosa di interessante alle indagini, magari particolari all’apparenza insignificanti, ma che potrebbero invece essere determinanti per scoprire il volto dell’assassino.

I TESTIMONI – E fra i testimoni, nella caserma dei carabinieri di Ascoli, sono state sentite dal pm Carmine Pirozzoli alcune persone che nell’imminenza della scomparsa di Melania Rea, il 18 aprile, sono entrate in contatto col marito Salvatore Parolisi, che chiedeva loro se avevano visto una donna mora, da sola. Sono ciclisti e motociclisti che si trovavano quel giorno sul pianoro di San Marco e che verranno sentiti di nuovo domani per ricostruire la tempistica dei fatti relativamente al momento della scomparsa di Melania e le prime, infruttuose, ricerche messe in atto dal marito. Gli investigatori vogliono anche chiarire chi altro c’era a San Marco nel pomeriggio del 18 ed è entrato (e in che modo) in contatto con Parolisi. E ancora, si ricostruisce la giornata della coppia, da quando Melania si era fatta visitare per un dolore alla schiena alla decisione, estemporanea, di andare a trascorrere un pò di tempo sul pianoro, prima di raggiungere alcuni amici ad una festa di compleanno, prevista per le 16 di quel pomeriggio.