PESCARA – Sentenza rinviata, a Pescara, in merito al processo sui rifiuti, nato da un’inchiesta del 2008 e basato sulle vicende relative alla realizzazione di un impianto di bioessiccazione a Teramo: l’imputato Fabrizio Di Stefano ha infatti presentato istanza di ricusazione di Francesco Marino, uno dei componenti del collegio giudicante del tribunale di Pescara. Spetterà alla Corte d’Appello esprimersi in merito all’istanza di ricusazione, che verte sul fatto che Marino, in passato, aveva presieduto il collegio giudicante del tribunale di Lanciano, nell’ambito del procedimento a cui erano stati sottoposti gli ex amministratori del Consorzio comprensoriale per lo smaltimento dei rifiuti di Lanciano. Tale procedimento aveva messo sotto esame una serie di passaggi relativi alla cessazione e alla sostituzione dell’ex presidente e degli altri componenti del Cda del Consorzio, ed è culminato con una sentenza di assoluzione lo scorso 15 aprile.Una vicenda che si intreccia con il processo pescarese, nel quale Di Stefano è accusato “di avere indotto l’ex assessore regionale Daniela Stati a proporre l’illegittimo commissariamento del Consorzio, così da esautorare il presidente Riccardo La Morgia ed impedirgli la discussione prevista dall’ordine del giorno dell’assemblea in merito alla revisione,in senso meno favorevole alla concessionaria, della tariffa corrisposta dagli enti locali consorziati alla Ecologica Sangro, controllata dalla Deco Spa”. La sentenza di assoluzione emessa dal tribunale di Lanciano, che ha visto il giudice Marino anche nelle vesti di estensore delle motivazioni, a giudizio di Di Stefano e dei suoi legali Massimo Cirulli e Peppino Polidori, “non potrà che condizionare il dottor Marino nel processo pescarese, alla luce della valutazione circa il rinnovo del Cda del Consorzio”, che rientra nei fatti contestati a Di Stefano. Nella scorsa udienza i pm Gennaro Varone e Anna Rita Mantini avevano chiesto cinque di reclusione a testa per l’ex assessore regionale Lanfranco Venturoni e per l’imprenditore Rodolfo Di Zio, un anno e sei mesi per il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano, assoluzione per non aver commesso il fatto per l’imprenditore Ferdinando Ettore Di Zio, assoluzione perché il fatto non costituisce reato per l’ex amministratore delegato della società Team Teramo Ambiente, Vittorio Cardarella e una multa di 100 mila euro per la società Deco del gruppo Di Zio. Le accuse, a vario titolo, sono corruzione, istigazione alla corruzione, abuso d’ufficio, peculato, turbativa d’asta e millantato credito.