La lottizzazione dell’area era
stata realizzata dalla ditta Fer.Italia srl di Arpino
(Frosinone), azienda della famiglia Carnevale, di cui Giulia era
socia, in località Cavallari a Pizzoli: il progetto prevedeva
la realizzazione di undici palazzine con struttura antisismica
per un totale di 139 appartamenti per 262 studenti.
In base agli accertamenti del Nipaf la lottizzazione è stata
realizzata violando norme paesaggistiche, ambientali ed
urbanistiche. Gli indagati sono l’attuale sindaco e il
responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Pizzoli; i
proprietari terrieri su cui sono stati realizzati gli
appartamenti; il legale rappresentante e il procuratore speciale
della Fer.Italia srl, ditta esecutrice dell’opera; il
progettista e il direttore dei lavori.
I reati contestati sono trasformazione urbanistica ed
edilizia in violazione delle norme urbanistiche; mancanza di un
piano di lottizzazione valido; progettazione e realizzazione in
difformità alle prescrizione del Prg; falso ideologico;
realizzazione delle opere in area sottoposta a vincolo
paesaggistico, senza la prescritta autorizzazione; realizzazione
dell’opera non osservando la distanza minima di 150 metri dal
fiume Aterno; danneggiamento delle bellezze naturali e dei
luoghi e violazione dei vincoli paesaggistici. I reati sono
stati tutti commessi in concorso tra gli indagati.
Nel corso dell’operazione odierna il Cfs, sentito il pm, ha
concesso ai 20 studenti che già risiedono in una delle
strutture sequestrate – tre palazzine già realizzate per un
totale di 90 appartamenti – di continuare ad accedere all’area
ed alle abitazioni.
Secondo quanto accertato dall’Ansa i genitori degli studenti
avevano già versato 500 euro a titolo di caparra per la
sistemazione dei figli nel campus, per un impegno complessivo di
131 mila euro: il campus doveva essere gestito dall’associazione
“Giulia Carnevale”, con un costo di 190 euro al mese, in linea
con quello fissato dall’azienda per il diritto allo studio
universitario (Adsu) dell’Aquila, invece dei 300 euro chiesti
dai proprietari delle abitazioni nel capoluogo di regione.
A sollevare dei dubbi sulla realizzazione dell’opera era
stata per prima l’associazione “Italia Nostra” in un esposto
inviato alla Soprintendenza per i beni ambientali,
architettonici, artistici e storici dell’Abruzzo che si era
rivolta direttamente alla procura.
In base ad un progetto di Giulia Carnevale, ritrovato tra le
macerie dell’abitazione dove è morta, è stata realizzata la
scuola materna e asilo nido di Onna, inaugurata il 15 settembre
2009 dal premier Silvio Berlusconi. (ANSA).