Il giorno 4 novembre la SLP-CISL, SLC- CGIL, FAILP-CISAL, CONFSAL-COM, UGL-COM a seguito di una serie di iniziative, proclameranno un’intera giornata di sciopero nazionale dei lavoratori di Poste Italiane, per scongiurare la volontà del Governo di collocare sul mercato la restante parte del pacchetto azionario. Già ad ottobre 2015 è stata collocato in borsa una prima trance pari al 35,3% che ha fruttato circa 3 miliardi utilizzati per coprire solo uno zero virgola del debito pubblico italiano, mentre nemmeno un centesimo è stato reinvestito in azienda.

Poste Italiane è l’azienda di servizi più grande del Paese e sebbene 20 anni fa era solo un “carrozzone” oggi garantisce consistenti dividendi allo Stato essendo una eccellenza in molti settori in cui opera.
La decisione di privatizzare completamente Poste comporterebbe delle conseguenze davvero gravi, non solo per tutti i dipendenti del Gruppo che vedono minati migliaia di posti di lavoro, ma anche per tutti i cittadini in quanto la totale privatizzazione vedrebbe venir meno la funzione sociale che questa azienda svolge, assicurando l’erogazione dei servizi attraverso i portalettere e gli uffici dislocati su tutto il territorio nazionale, anche in quei posti dove nessun altro operatore è presente.
Privatizzare ulteriormente significa liquidare un’azienda pubblica sana, mettere a rischio i risparmi dei cittadini italiani, chiudere gli uffici e far morire il recapito. A tutto questo diremo no il 4 novembre con un presidio regionale a Pescara e con una delegazione che sfilerà in Viale Europa a Roma con tutti i lavoratori di Poste Italiane.
Il segretario SLP CISL Teramo
Stefano Di Domenico