Il Gup del Tribunale di Pescara,
Guido Campli, ha rinviato a giudizio l’ex sindaco del capoluogo
adriatico Luciano D’Alfonso (Pd), il suo ex braccio destro,
Guido Dezio, gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto, e altre 19
persone coinvolte nell’inchiesta ‘Housework’ su presunte
tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara, che nel
dicembre 2008 ha portato all’arresto dello stesso ex primo
cittadino.
D’Alfonso è stato comunque prosciolto da tre concussioni e
da una corruzione, mentre Dezio ha una ipotesi di corruzione.
Sono stati completamente prosciolti l’ex dirigente comunale
Luciano Di Biase, l’imprenditore Valterino Di Persio, e Fabio
Zuccarini, all’epoca dei fatti tesoriere della Margherita.
Tra i 23 rinviati a giudizio figurano anche gli ex dirigenti
comunali Giampiero Leombroni, Vincenzo Cirone, Pierpaolo
Pescara, l’ex city manager Antonio Dandolo, l’imprenditore
Massimo De Cesaris.
Gli imputati devono rispondere a vario titolo di associazione
per delinquere, concussione, corruzione, peculato, falso,
truffa, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione
indebita, abuso, favoreggiamento e turbata libertà degli
incanti. Tra i reati contestati a D’Alfonso anche l’associazione
per delinquere. Il processo a carico degli imputati prenderà il
via il prossimo 14 aprile.
“Significativo – ha commentato il difensore di D’Alfonso,
Giuliano Milia, al termine del pronunciamento del Gup – che sono
state tolte le concussioni, fra i reati più fastidiosi. E’ un
passo in avanti notevole”. (ANSA).