Pubblichiamo il testo dell’intervento del sindaco questa mattina in occasione della efsta dell’Unità d’Italia pronunciato in pioazza della Libertà:

Nella sua premessa, firmata il 5 settembre 1968, l’indimenticabile Riccardo Cerulli così spiegava le ragioni che lo avevano spinto ad accogliere l’invito dell’amico Pasquale Limoncelli di pubblicare la seconda edizione – riveduta, corretta e significativamente ampliata – di Giulianova 1860, il suo volume edito nell’ottobre 1959 a ridosso delle celebrazioni del Centenario dello stato Italiano.

“Viene così soddisfatta – scriveva il Cerulli con innegabile modestia –  la richiesta, divenuta frequente negli ultimi anni da parte di studiosi e cittadini, del modestissimo saggio storico, da me scritto, quale personale contributo alle celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia, che, purtroppo, localmente si concretarono in pochi manifesti e discorsi”.

Dunque per i 100 anni dell’Unità, nella nostra città si ebbero minime e asfittiche iniziative, risolvendosi, come ricordava Cerulli, in pochi manifesti e discorsi.

E’ quindi con legittimo orgoglio che posso dire come invece, nel centocinquantesimo compleanno dell’Italia nazione, Giulianova abbia dato prove concrete di una grande e perspicua attenzione. Pochi i discorsi e i manifesti, e per contro molto qualificate, e non poche, le iniziative volute dall’Amministrazione comunale che ho l’onore di guidare in qualità di sindaco.

Giulianova, per iniziare, è stata tra le prime e non numerose città abruzzesi, come ci è stato da più parti e autorevolmente riconosciuto, ad attivarsi già nel 2010. Lo ha fatto costituendo dapprima un apposito Comitato scientifico che ha voluto coinvolgere studiosi eminenti e i rappresentanti delle massime Istituzioni scientifiche regionali, nell’ordine la Deputazione abruzzese di storia patria, l’Istituto abruzzese per la storia della resistenza e dell’Italia contemporanea e l’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche, quindi dando vita al conseguente Comitato esecutivo, e in ultimo organizzando il 15 ottobre, volutamente in coincidenza con la venuta di Vittorio Emanuele a Giulianova, la prima città del Meridione ad aver accolto ed ospitato il futuro re d’Italia, una memorabile giornata.

Giornata dicevo memorabile perché iniziata con lo scoprimento di una lapide commemorativa in Corso Garibaldi riproducente quella apposta il 15 ottobre 1910 dall’allora sindaco Giuseppe de Bartolomei, e proseguita al Kursaal  con la presentazione del volume di Donato Marcone, Discorsi e scritti in memoria di Riccardo Cerulli,  poi con l’importante convegno di studi dal titolo “L’Unità d’Italia, l’Abruzzo e Giulianova”, i cui atti sono peraltro in corso di stampa affinché, come per la lapide di Corso Garibaldi, di questo nostro impegno rimanga una traccia visibile, concreta, non quindi fugace come talune estemporanee iniziative che inevitabilmente vengono ingoiate dal tempo edace.

Oggi, infatti, abbiamo bisogno più che mai di una memoria vigile, capace di conservare, magari rivalutandolo, il patrimonio storico e di idealità proprio della nostra nazione; quel patrimonio comune che taluni, o per un malinteso senso di appartenenza geografica, o per ragioni che si dicono politiche ma difficilmente lo sono, o anche, su altri versanti, per ricorrenti nostalgismi, vorrebbero frangere, spezzare, magari persino annullare, come ha ammonito pochi giorni fa, in occasione del consiglio regionale straordinario tenutosi a Civitella del Tronto, il professor Raffaele Colapietra, l’esimio storico aquilano che abbiamo avuto l’onore di ospitare a Giulianova proprio nel convegno del 15 ottobre cui facevo cenno.

Certo, si corre sempre il rischio di cedere alle lusinghe della retorica, di scivolare verso toni enfatici, di essere troppo accondiscendenti nei confronti di ricostruzioni magari acritiche. Ed è egualmente elevato il rischio della memoria breve, talmente breve da non ricordare nulla delle  guerre d’indipendenza, da rendere persino difficile ricordare chi fossero Cavour, Mazzini e Garibaldi, che il 21 ottobre 1860 si ebbe il plebiscito e il 17 marzo del 1861 la proclamazione dell’Italia una e indivisibile.

Proprio per evitare i due rischi, abbiamo inteso solennizzare questo appuntamento fondamentale con la nostra storia ricorrendo per un verso ad un serio lavoro di indagine, affidata a studiosi seri e preparati, in grado di fare luce sugli avvenimenti che condussero all’Unità anche evidenziandone gli aspetti, diciamo così, persino più imbarazzanti; e, per altro verso, coinvolgendo gli studenti, soprattutto i più giovani, in una serie di iniziative volte a rafforzare in loro la consapevolezza dell’importanza della storia, la nostra storia.

Iniziative quali quelle avutesi a partire da martedì e realizzate con la preziosa collaborazione del dirigente Sossio D’Errico e dei docenti della nostra scuola media, ma anche quella che con grande partecipazione di pubblico si è tenuta in occasione della manifestazione “M’illumino di meno”, una giornata all’insegna del risparmio energetico che abbiamo voluto all’insegna dell’Unità d’Italia, fasciando di luci tricolori la statua bronzea di Vittorio Emanuele, con le musiche risorgimentali eseguite nell’occasione dalla banda degli studenti della scuola media e con una suggestiva fiaccolata verde, bianca e rossa.

Ecco, oggi siamo qui non per ostentare qualcosa, ma per ricordare il sacrificio di coloro che vollero rendere concreto il sogno di un’Italia finalmente nazione e per essere orgogliosi di una Italia che, tra ombre e luci, è la nostra casa, il luogo in cui è il nostro cuore e dove si spera nasceranno i nostri figli.

Ringrazio  voi, e quanti si sono adoperati con entusiasmo per rendere questo giorno un giorno significativo, dall’assessore Luciano Crescentini, al dirigente scolastico, ai docenti ed al personale tutto delle scuole medie; dagli appartenenti ai Corpi Sanitari Internazionali e alle associazioni d’arma e di volontariato, al sempre attivo Nino Sugaroni. In ultimo il mio ringraziamento a Sandro Galantini, storico apprezzato e mio insostituibile Capo di Gabinetto, che ci parlerà dell’Unità d’Italia a Giulianova.

Grazie.