L’ex presidente di centrodestra
della regione Abruzzo, Giovanni Pace, e l’ex vice presidente
della Fira, Vincenzo Trozzi – genero di Pace -, sono stati
assolti dal gup del Tribunale di Pescara, Angelo Zaccagnini, per
non “avere commesso il fatto” e perché “il fatto non
sussiste”, nell’ambito dell’inchiesta relativa alla cosiddetta
sanitopoli abruzzese. Entrambi avevano chiesto di essere
giudicati con rito abbreviato.
Nel procedimento Pace e Trozzi erano accusati di associazione
per delinquere, concussione e tentativo di concussione. Tra i
reati contestati all’ex presidente, quello di aver ottenuto
dall’ex patron di Villa Pini, Vincenzo Maria Angelini, quale
contributo elettorale, una tangente da 100 mila euro, ricevuta
poi materialmente da Trozzi nella sede della Fira, la
finanziaria regionale abruzzese.
Al termine della lettura della sentenza da parte del giudice,
Pace è apparso visibilmente commosso, con le lacrime agli
occhi. “Non poteva che essere così – ha dichiarato – credo di
aver dimostrato il mio senso del diritto”. Commosso anche l’ex
vice presidente della Fira, il quale esattamente una settimana
fa è stato assolto da tutti i capi di imputazione anche
nell’inchiesta sulla Finanziaria regionale.
Nell’ambito dell’inchiesta sanitopoli il gup ha però
condannato a quattro anni di reclusione l’avvocato romano,
Pietro Anello, per associazione per delinquere, abuso e truffa
aggravata. L’avvocato è stato invece assolto perché il fatto
non sussiste dall’accusa di corruzione. Il giudice ha inoltre
stabilito che dovrà dare 250 mila euro a ciascuna delle parti
civili. Secondo l’accusa, l’ex patron di Villa Pini, Vincenzo
Maria Angelini, avrebbe pagato, tra ottobre e dicembre 2004, ad
Anello, 250 mila euro per ottenere una perizia favorevole.
All’epoca l’avvocato romano si stava occupando, per conto della
Fira, degli aspetti tecnico giuridici inerenti la prima
cartolarizzazione.
Per il procuratore capo, Nicola Trifuoggi, la condanna di
Anello dimostra comunque che “l’impianto accusatorio resta in
piedi”. (ANSA).