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Il Festival si aprirà, lunedì 23 aprile, all’interno della sala convegni”G.B.Rubini” del Liceo Scientifico “M.Curie”, dopo i saluti di rito affidati agli assessori Nadia Ranalli e Nausicaa Cameli, rispettivamente alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, con le presentazioni dei volumi “Il canto del Cigno Rosso” della scrittrice e poetessa Federica Ferretti alle 9 e 30, mentre alla 11 sarà la volta del critico letterario e giornalista Oscar Buonamano che presenterà il libro “Libertà” di Jonathan Franzen.  Il musicista Lorenzo Piccioni proporrà alcuni brani di chitarra classica e acustica.

 

Note biografiche sugli autori

 

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Federica Ferretti

Nasce a Teramo, 35 anni fa, orgogliosamente abruzzese: ama la contaminazione tra i linguaggi grafico – pittorico e musicale, per scoprire le mille sfaccettature della vita. Pittrice, senza titolo ma di talento, scrive il romanzo epistolare “Il canto del Cigno Rosso ” , Rupe Mutevole Edizioni, presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino nel maggio 2011, con grande successo di critica e pubblico. Disponibile nelle migliori librerie nazionali ed on-line. Direttore editoriale della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni è promotrice di nuovi talenti letterari nella veste di Direttore responsabile di Echi da Internet, per cui ottiene una segnalazione sul prestigioso settimanale “Donna Moderna” nell’aprile 2011.

Attualmente, è impegnata nella collaborazione con il regista Rocco Cosentino, per la stesura di un soggetto cinematografico da ambientare in Abruzzo ed in Veneto. E’in prossima uscita con un’Antologia a 3 voci, femminili ed abruzzesi, nella collana Radici, sempre per la Rupe Mutevole Edizioni, insieme alla scrittrice Patrizia Di Donato e alla giornalista Azzurra Marcozzi.

 

 

Il canto del Cigno Rosso

Il canto del Cigno Rosso, è molto più di un libro “entusiasmante”, è un vero e proprio esperimento artistico, dove gli occhi si apprestano ad ascoltare parole colorate di rosso cardinale, poi d’autunno, di bianco candido e d’azzurro. Il Cigno Rosso naviga in un mare di emozioni, le quali a mano a mano assumono una  triplice natura, quando consentono ai sensi non solo di sovrapporsi, ma  addirittura, di intrecciarsi in un legame quasi indissolubile, ed alle  pagine, di diventare autonome rispetto al tutto. E’ così che assume i contorni di  un’opera cinematografica: colpisce infatti, per lo scambio quasi sinestetico di immagini e sensazioni di un Amore che non smette di vivere ma anzi si rinnova ad ogni pagina. Perché questo romanzo, dal momento in cui utilizza la strategia comunicativa dell’epistola sentimentale, punta gli occhi addosso alla gente il cui cuore palpita ogni giorno delle sue  stesse emozioni. Elisa, la protagonista, incarna ognuno di noi, le vicissitudini che siamo costretti a subire, fino al dolore di un bacio mai dato a chi ci ha lasciato inavvertitamente, interrompendo troppo presto un colloquio di speranze. Il Cigno si colora di Rosso nel fornire sempre un nuovo spunto, o più semplicemente il pretesto per guardarsi dentro, fino in fondo. Allora quell’Amore, pur nella sua impalpabilità, rivivrà ad ogni ora, in ogni sguardo, in ogni battuta, sarà stato il pretesto per rincominciare una vita tutta nuova,  la seconda possibilità che non ci saremmo mai dati.

 

 

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Oscar Buonamano

Oscar Buonamano vive a Pescara, giornalista, è Direttore editoriale di Carsa, casa editrice che pubblica guide e volumi d’arte tutti dedicati alla valorizzazione dei territori e dei patrimoni locali. Sempre per la stessa società si occupa di progetti strategici sul tema dello sviluppo locale. Durante gli anni dell’università ha collaborato per diversi anni con la facoltà di architettura di Pescara, come cultore della materia, interrogandosi sul ruolo del progetto di architettura nella trasformazione urbana.

Nell’ambito dell’attività giornalistica collabora alle pagine della cultura del quotidiano Il Centro. Al blog Libri, parole e dintorni, di Repubblica Bari dove cura due rubriche, Culture metropolitane e (Ri_letture). È redattore del web magazine letterario Books Brothers. Ha scritto di architettura per la rivista internazionale d’arte Segno, per il mensile culturale Stilos, per il quotidiano L’Attacco, per AB il settimanale d’Abruzzo, per il web magazine culturale Il Sottoscritto. È stato direttore editoriale del periodico Spazio Città Pescara e Direttore responsabile di Spazio Regione Abruzzo.

Tra i libri che ha pubblicato, gli piace ricordare Pescara città giardino, le case della pineta con Carlo Pozzi, (Carsa edizioni, 2004). Legge soprattutto narrativa contemporanea. L’immagine nella quale si riconosce è la condizione di una di quelle foglie di Ungaretti, «si sta come d’autunno sugli alberi le fogli» che considera un capolavoro assoluto.

Gli studi di architettura, l’interesse per la letteratura e la voglia di capire il mondo sono le passioni con le quali convive sul suo blog, http://culturemetropolitane.ilcannocchiale.it

 

 

Libertà, Jonathan Franzen

 

(da una pubblicazione di Oscar Buonamano)

 

 “Libertà è un libro spudoratamente di parte. Jonathan Franzen parla «del mondo in cui viviamo, invece di rifugiarsi nell’adolescenza o in questioni marginali», lo fa utilizzando la famiglia Berglund, Walter e Patty i protagonisti principali attorno a cui è costruita la narrazione, e conferma, dopo il successo di Le correzioni, di essere uno dei più grandi scrittori viventi. Ancora una volta dunque è la famiglia l’archè di tutte le cose, una famiglia americana diversa da quella europea e ancor più diversa da quella italiana. Una storia contemporaneamente locale e globale, che regala un finale struggente e a sorpresa, lungo ventitre pagine, esso stesso racconto nel racconto.

Lo scrittore americano di Western Springs, Illinois, non inventa nulla, non ha bisogno d’inventare nulla. Come un archeologo scava e riporta alla luce gli elementi narratologici che caratterizzano il romanzo proponendo una rappresentazione della realtà, la cui contestualizzazione diviene essa stessa materia della narrazione, che aiuta a riflettere sui valori fondamentali della vita. Rispetto a Le correzioni la prosa è più scorrevole e meno difficile, fluida, a testimoniare una maggior consapevolezza dei propri mezzi e una definitiva raggiunta maturità artistica”.