Gentile Direttore,
dopo aver ascoltato, tramite la Sua emittente, la lettera di un documento inviatoLe dai giovani del PD, ritenuto anche da Lei inopportuno, non posso esimermi dall’ intervenire.
Collegare “un’ospitata di un personaggio” per quanto deprecabile, in un locale privato della costa, al decadimento morale e culturale dell’Italia e al problema dei ricercatori italiani costretti a migrare all’estero, fa ritenere che veramente la sinistra non ha altri argomenti se non l’antiberlusconismo più bieco.
Berlusconi colpevole di ogni fatto e misfatto!!!!!!!!
A proposito Direttore……………………ancora non Le arriva uno scritto in cui si addossa la disfatta del Giulianova-calcio a Berlusconi????????
Cosa hanno proposto e risolto i loro ministri dell’istruzione da Berlinguer a Mauro, a Fioroni?
I ricercatori italiani vanno all’estero, sì vero, ma da venti anni e più; non da adesso a causa di una legge che ancora non viene applicata, addirittura approvata solo ieri alla Camera.
Mia figlia, è uno dei tanti “CERVELLI” costretti a migrare all’estero: 30 anni, da sei ha incarichi in grandi università (America, Cina, Canada); 4 pagine di curriculum.
Attualmente è “Honorary Postdoctoral” presso la British Columbia University di Vancouver; nell’ultimo anno ha svolto seminari e conferenze a Seattle, Boston, Atene, Chicago, Melbourne, Florida.
Ebbene, voi dite:“Certo……in Italia non si può perchè non si investono soldi nelle università”.
“No, si investono male e gli atenei sono troppi”.
I fondi, le università canadesi e americane, li ricevono in parte dallo Stato, in parte dai privati, altri provengono dalle rette che oscillano tra i 20 e i 40.000 euro l’anno; le nostre rette, al confronto, sono risibili.
L’assegno di ricerca di cui gode attualmente è finanziato, per il 30%, dall’università, il restante da un gruppo di imprenditori minerari che hanno interessi nel Turkestan Orientale (Cina).
Il collegio dei docenti, prima di bandire i concorsi per assumere i ricercatori, deve trovare la copertura economica, invece, le cause che spingono tanti giovani ad andarsene dall’Italia sono altre;
ne cito solo due dalle esperienze personali di mia figlia:
- Più volte, dopo aver presentato in varie università domanda con allegati relativi titoli, è venuta a conoscenza che la borsa era già stata destinata – figli di colleghi di altre università, parenti, pupilli/e.
- Dopo il primo dottorato, il suo tutor, le assicurava che sarebbe diventata la sua assistente, il suo braccio destro, “la stampella intellettuale della sua vecchiaia”ma……………….c’era un pegno da pagare: vi lascio immaginare quale.
Purtroppo, non sono casi rari: capita a tante giovani donne, brave e carine.
Lei, dopo questa brutta esperienza, si è rivolta alla sua ex-insegnate co-relatrice della sua tesi, chiedendole quale fosse il miglior comportamento da adottare in quanto, pur sapendo di meritare l’incarico da ricercatore, non aveva nessuna intenzione di cedere alle “lusinghe” dell’intraprendente 68enne prof.
Questa, la testuale risposta:”Tu sei preparata, intelligente e tenace. Vattene all’estero. Se denunci, la tua carriera universitaria in Italia sarà chiusa per sempre”.
Dopo tre mesi, mia figlia era già all’Università di Indianapolis.
Si dirà che è il malcostume instaurato da Berlusconi; mi spiace deludervi, questo “prof. ordinario” non è di sinistra (come d’altra parte la maggioranza di essi) NO….DI PIU’ di “estrema sinistra”.
Quindi…………………di cosa parliamo????????
Purtroppo, siamo italiani, con tutti i nostri pregi e il nostro malcostume, la situazione dell’università rappresenta in fotocopia le altre realtà pubbliche (ospedali, magistratura etc.) ricche di corporazioni, clientele, raccomandazioni.
Certamente, ci sono tante belle realtà, localizzate in gran parte nel Nord-Italia, con qualche rara eccezione anche nel resto del Paese.
Naturalmente, vogliamo essere positivi e pensare che tutto possa cambiare, in primis per i nostri giovani e un po’ anche per noi genitori.
Ambiremmo vedere i nostri figli, sì realizzati ma, un po’ più di una volta o due l’anno.
Ringrazio per l’attenzione.
Iole Del Re